Il Festival del cinema europeo, chiusosi il 10 gennaio e titolato per l’occasione ‘Festival sotto l’albero’, ha organizzato un incontro online per riflettere sulle possibilità del 2021 per il cinema e le sale, in presenza di addetti ai lavori da ogni parte del settore. Ospite illustre Carlo Verdone, che ha commentato: “Gli autori devono portare avanti il lavoro ed essere pronti appena tutto sarà in ripresa, con le serie, con i film. Non temo che il pubblico dimentichi la sala, perché c’è ancora voglia di aggregazione e di stare insieme. E’ un rituale e il cinema manca a tutti, anche a chi va poche volte all’anno. Questo momento non durerà in eterno. Certo, con l’arrivo del Covid ci sono tensioni e un clima costante di totale pericolo, e questo potrebbe togliere scioltezza e leggerezza agli attori, che per la commedia può essere un problema. Se tutti ci comportiamo bene non c’è motivo di avere paura. Anche se ho un film che non può uscire, e aspetteremo che si possa farlo uscire in sala, sono andato avanti con la scrittura, anche con la serie televisiva autobiografica Vita da Carlo, poi ci sarà un altro film di cui sto scrivendo un soggetto. Ma il cinema in sala non lo abbandonerò mai, è il mio lavoro e la mia sfida. Serve ancora uno sforzo ma alla fine ce la faremo”.
La kermesse ha raccolto e reso visibili online i film vincitori e il meglio dei cortometraggi delle trascorse edizioni. Tra gli altri relatori, Alberto La Monica, Direttore del Festival del Cinema Europeo, Laura Delli Colli, Presidente Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Francesca Cima, Presidente Sezione Produttori Cinematografici ANICA, Luigi Lonigro, Presidente Sezione Distributori Cinematografici ANICA, Mario Lorini, Presidente Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici, Stefano Francia di Celle, Direttore Torino Film Festival, Chiara Omero, Presidente Associazione Festival di Cinema Italiani.
Cima e Delli Colli hanno sottolineato come nel 2019 in realtà vi fosse stato un aumento del pubblico in sala. Segnali di speranza: “Come produttori vogliamo affermare che cinema e serie devono convivere: la buona serialità vive del continuo scambio creativo artistico e di maestranze che provengono dal cinema. I due linguaggi differenti si uniscono, si mescolano”, ha spiegato Cima.
Tra gli argomenti clou il ruolo dello Stato a livello di sostegni e quello degli esercenti, dato che i presidi chiusi sono oltre 1300. Secondo Lorini, che conferma fortemente quanto le sale anzi in quanto luogo di aggregazione si ripopoleranno senza problemi, l’idea di dare una nuova natura agli esercenti: L’obiettivo è preservare tutte le sale: bisogna analizzare i casi, comprendere gli interventi opportuni per sostenerli cercando i fondi disponibili che siano regionali, europei. Bisogna vagliare tutte le possibilità e le opportunità per difendere questi luoghi, guardando anche alla polifunzionalità: una natura che può dare respiro a questi luoghi che sono prima di tutto luoghi pubblici e fanno parte del nostro quotidiano. L’esercente deve essere il primo a valorizzare il momento dell’uscita di un film”.
Buona la scoperta per i festival che hanno scelto la forma ibrida o quella online.
Secondo Omero è proprio da questa scoperta che bisognerà ripartire: “Questo pubblico dovrà essere valorizzato e avere l’opportunità di continuare a seguire i festival. La tecnologia che all’inizio si temeva ha dato una seconda vita soprattutto ai piccoli festival, creando una rete di contatti in realtà ancora più vicina”. Il settore, insomma, è ancora vivo e pronto a ripartire appena possibile.
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