Il “New York Times” ha accolto favorevolmente i primi film proiettati nella rassegna Open Roads: Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino e Amatemi di Renato De Maria, la cui interprete Isabella Ferrari è stata paragonata alla Monica Vitti dei film di Antonioni. E lo stesso prestigioso giornale ha recensito con grandi lodi Caterina va in città di Paolo Virzì, uscito in due sale in questi giorni dopo aver suscitato l’interesse dei compratori nella scorsa edizione di “Open roads”.
Open Roads intanto prosegue il programma destando grande attenzione. Presentando La febbre, Alessandro D’Alatri ha ribadito la “necessità di salvaguardare il talento italiano e di credere nel nostro Paese”. Mentre Eugenio Cappuccio (Volevo solo dormirle addosso) erediterà dal collega per il suo prossimo film, Uno su due, il protagonista Fabio Volo.
Ma è soprattutto un entusiasta Carlo Verdone a farla da protagonista. E’ stato riconosciuto e festeggiato dalla monumentale Uma Thurman (con lui in giuria al Festival di Venezia qualche anno fa) mentre cenava con il gruppo di colleghi italiani al “Café des artistes”, il ristorante preferito da Bill Clinton quando è in città. “E’ una vera diva ma riesce a essere comunque affettuosa e disponibile”, ha spiegato l’attore e regista lamentando come da noi, invece, il mito del cinema si sia molto affievolito, “contano solo i nuovi divi della domenica pomeriggio e dei reality, veline e calciatori, e questo è terribile”.
Qui in America sono usciti Acqua e sapone a Los Angeles e, in dvd, Sono pazzo di Iris Blond: “Mi ha fatto molto piacere scoprire che era esaurito negli scaffali di Tower Records: l’America è un Paese che ho sempre amato, anche se oggi molto meno per le sue scelte di politica estera – continua Verdone – Sono stato varie volte a Los Angeles ed una sola a New York che è una città che ti sovrasta anche se è meravigliosa con tutta questa gente che corre da una parte all’altra giorno e notte. Ma dove andranno? La città la identifico con i film di Scorsese più che con quelli di Woody Allen che ho comunque sempre adorato”.
Verdone ricorda le difficoltà incontrate dagli artisti italiani a sfondare in America: “Alberto Sordi soffriva tanto anche perché certi suoi colleghi come Mastroianni e Gassman ce l’avevano fatta a girare qui e a diventare popolari. Alberto era troppo tipicamente italiano e anche noi dovremmo smetterla con il folk provinciale del connazionale sperduto all’estero che soffre senza gli spaghetti e si fa riconoscere. Abbiamo invece bisogno di farci conoscere adeguatamente con il nostro lavoro e le nostre idee”.
Verdone spera che possa accadere al suo film L’amore è eterno finché dura che parla dei problemi della coppia come Manuale d’amore di Veronesi, per il quale sono stati chiesti i diritti per un remake americano. Prossimi impegni? “Sto scrivendo con Silvio Muccino il nuovo film di cui saremo insieme i protagonisti e che io dirigerò tra Roma e Berlino, si intitolerà Il mio peggior nemico“.
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