Ginger & Fred, Elvis & Priscilla, Federico & Giulietta, Yoko & John, Kurt & Courtney. Sono tante le coppie riconoscibili nel mondo della cultura e dello spettacolo, così unite per anni da diventare proverbiali. Vera & Giuliano, doc di Fabrizio Corallo prodotto da Gianluca Cannizzo con Rai Cinema, che passa alla Festa del Cinema nella sezione Omaggi, racconta la storia di una di quelle coppie, ovvero il grande amore, coincidente con lungo e fecondo sodalizio artistico, che lega da quasi 60 anni il regista Giuliano Montaldo e la moglie Vera Pescarolo, sua compagna di vita e di lavoro e complice insostituibile in un rapporto simbiotico costantemente alimentato da una magnifica forza creativa.
Ne emerge il ritratto di un gentiluomo e una gentildonna d’altri tempi, che si confrontano in scena rievocando il comune impegno etico nel dar vita ad un cinema pronto a denunciare ogni tipo di intolleranza e nel coltivare le loro affinità e identità di vedute esistenziali con un allegro e costante “mutuo soccorso”.
“Ero giù perché le critiche avevano distrutto il mio Tiro al Piccione – racconta Montaldo nel doc – meditavo di lasciare il cinema quando mi chiamò il produttore Leo Pescarolo. Entrai nel suo studio e vidi una creatura splendida. Era lì nella stanza, mi sorrideva. Pescarolo mi rimproverò richiamandomi all’ordine, ‘avanti cosa fa lì impalato! Quella è mia sorella! E’ mia socia! Le propongo un film!”, ma io guardavo Vera, per tutto il tempo. Un giorno indimenticabile. Una proposta di lavoro e un colpo al cuore”.
“Io invece – ribatte la moglie scherzando – non ho avuto il colpo al cuore. Mi ricordo questi occhi celesti meravigliosi, ma pensai anche che eri matto. Oggi sono il bastone della tua vecchiaia. Leo era geloso e non voleva che lavorassimo insieme. All’inizio non è che mi importasse di te, ma poi sei diventato il mio più grande amico e per questo non volevo che i nostri rapporti diventassero passionali. Temevo di rovinare tutto, per fortuna non mi hai dato retta e mi sei saltato addosso”. Lo scambio è frizzante, divertente e amorevole per tutto il corso del gradevolissimo film.
“Conosco e ammiro da oltre 30 anni Vera e Giuliano e il fantastico legame simbiotico che li unisce da sempre – commenta Corallo – entrambi avevano apprezzato in passato altri miei lavori e così ho avuto il privilegio di ricevere immediatamente il loro assenso entusiastico al progetto, la loro piena fiducia e la disponibilità a lasciarsi incalzare per diversi giorni dalle mie domande. Hanno parlato a lungo del loro primo incontro che per Giuliano fu subito una folgorazione, del loro grande amore consolidatosi nel tempo, delle loro famiglie d’origine e dei valori che le avevano ispirate, di scelte etiche e di campo, di spirito d’avventura e di sacrificio, di coraggio e caparbietà nel perseguire le proprie idee ad ogni costo. E, naturalmente, del lavoro in comune su set di film memorabili come Sacco e Vanzetti, Giordano Bruno, L’Agnese va a morire e l’indimenticabile sceneggiato tv Marco Polo.
Insieme alle loro testimonianze sono state altrettanto decisive quella della loro figlia Elisabetta Montaldo, artista, e di Inti Carboni, il figlio di Elisabetta oggi produttore e aiuto regista, stretto collaboratore dei suoi nonni sul set. Abbiamo ascoltato e filmato incantati i loro racconti e abbiamo cercato in seguito in fase di montaggio di metterli in ordine secondo temi ed emozioni, consapevoli dell’opportunità più unica che rara di aver potuto condividere e assimilare tante lezioni impartite con leggerezza e disincanto impagabili: lezioni di vita, di impegno civile, di dignità, di stile, di Storia del cinema e di Storia d’Italia. Il tutto in un continuo altalenarsi di affinità e divergenze, entusiasmi e indignazioni, baruffe improvvise e riappacificazioni che facevano puntualmente tornare Vera e Giuliano uniti come prima, più di prima. Su tutti noi aleggiava costantemente l’ammirazione sconfinata per due persone e due anime speciali capaci di coltivare e nutrire da quasi 60 anni una fantastica storia d’amore che si rivitalizza ogni giorno con linfa sempre nuova”.
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