Venti milioni di italiani vogliono scaricare film legalmente


10 associazioni che riuniscono più di 17mila imprese dando lavoro a circa 300mila persone tra artisti, tecnici, maestranze e impiegati per un valore aggiunto di 19 miliardi di euro. E’ questo l’identikit di Confindustria Cultura Italia, ovvero la Federazione Italiana dell’Industria Culturale che in un momento delicato per la cultura nel nostro paese, causa tagli e polemiche, ha riunito numerosi esponenti di istituzioni e mondo dell’imprenditoria per il convegno “Industria culturale e tecnologie digitali: mutamenti nella domanda e nell’offerta”. Dal 2007 alla Federazione aderiscono: il settore editoriale e stampa con la AIE e ANES, la musica, AFI, FIMI, e PMI, la produzione televisiva con APT, il cinema e lo spettacolo, AGIS, ANICA e UNIVIDEO, e i videogiochi AESVI e queste associazioni erano tutte in prima fila all’Auditorium di Via Veneto per analizzare i numeri dell’industria culturale, capire come cambiano i consumatori e il ruolo giocato da device e tecnologie digitali nella veicolazione dei contenuti.

 

A fornire una fotografia completa del mercato sul nuovo modo di fruire cultura e intrattenimento ci ha pensato l‘Osservatorio permanente contenuti digitali (fondato 3 anni fa da Cinecittà Luce, Aidro, Aie, Univideo, Fimi, Pmi, Anica e in collaborazione con Nielsen Italia) con la presentazione della ricerca “Nuovi scenari dai dati 2010” che analizzando i flussi di segmentazione della società italiana sugli assi di cultura e tecnologia, ha rivelato che in 3 anni ben 3,6 milioni di persone si sono spostati da matrice tradizionale alle avanguardie tecnologiche, ovvero hanno acquisito la competenza per il consumo di contenuti culturali attraverso la tecnologia. Questi nuovi utilizzatori della rete, o di apparecchiature elettroniche, hanno contribuito alla creazione di un cluster di consumatori importanti, denominati Technofan, che nel 2010 contano 14,7 milioni di individui, ovvero il 28% della popolazione italiana presa in esame, cioè quella che ha almeno 14 anni di età. Ma chi sono i Technofan? Per la ricerca si tratta di un esercito di quasi 15 milioni di persone formato per il 57% da giovani tra i 14 e i 24 anni che utilizza abitualmente un pc portatile, ha una televisione di ultima generazione, quindi HD ready o Full HD, ed è molto interessato agli smartphone, I-phone in testa. Quello che non gli interessa invece è leggere libri e essere informati su cioò che succede nel mondo, specie se su carta stampata, mentre attira un technofan l’ascolto di musica, la visione dei film, giocare ai videogame e aggiornarsi professionalmente.

 

Quello che Confindustria Cultura Italia si prefigge di fare ora che ha individuato il cluster più nutrito sul mercato è cercare di spronare i technofan ad incrementare i propri acquisti e se possibile mutare in interesse, o almeno curiosità, il disinteresse dimostrato per alcune attività elencate sopra. Se infatti la penetrazione dell’acquisto è allineata alla media, e addirittura superiore per videogame, il numero di libri, cd e dvd è decisamente al di sotto della media di altri cluster di consumatori come eclettici (formati da 6,1 milioni di persone), tv people (13,7), tradizionalisti (11,7), sofisticati (5,9).

 

Per tentare di prevedere quante persone saranno disposte in un futuro prossimo ad acquistare o a incrementare i propri acquisti di contenuti, l’Osservatorio permanente contenuti digitali ha interrogato la popolazione italiana scoprendo che circa 20 milioni di individui, maggiori di 14 anni, sarebbero disposti a pagare per avere accesso ad un sito su cui trovare diversi contenuti digitali di alta qualità, vale a dire il 40% degli italiani. In particolare la propensione al consumo legale di cultura su Internet si afferma nella fascia d’età 25-44, composta da circa 9 milioni di persone che hanno risposto affermativamente alla domanda. Da sottolineare i risultati legati alle preferenze sul tipo di contenuto, categoria di ricerca in cui i film hanno vinto su tutti i concorrenti: sono le pellicole cinematografiche, infatti, il contenuto più richiesto in elevata sovrapposizione con gli altri. Più di una persona su due che ha segnalato un contenuto qualsiasi ha indicato anche i film.

 

Per niente sorpresi di questa preferenza i vertici delle associazioni cinematografiche: Paolo Protti, presidente Agis, e Riccardo Tozzi, vice presidente Anica, che hanno ricordato rispettivamente come la diffusione della banda larga sia un bene che necessita di regole forti contro la pirateria, come quelle adottate in Francia e Inghilterra, e che per trasformare i pirati attuali in futuri clienti è necessario l’appoggio dei grandi distributori. A parlare di pirateria è stato anche il dg Siae, Gaetano Blandini che ha sollecitato le istituzioni a considerare l’industria culturale come un’industria a tutti gli effetti, al pari delle altre e con uguale legittimità. “Non chiediamo di essere aiutati – ha detto Blandini – ma di essere tutelati. Da tempo questa è un’industria che non piagnucola più ma che è diventata prepositiva e pensa al futuro, quindi ci aspettiamo che l’Agcom riesca, con l’aiuto della politica, a bloccare i pirati”.

18 Novembre 2010

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