E’ dai tempi dello Spider-Man 3 di Raimi che si vocifera di uno spin-off tutto dedicato a Venom, super-cattivo super amato dal pubblico che però in quella pellicola, caricata della responsabilità di dover chiudere troppe fila narrativa prima della scadenza dei contratti degli attori, era riuscito a ritagliarsi solo un ruolo marginale. I fan richiedevano a gran voce una pellicola standalone ma nel frattempo passavano cascate d’acqua sotto i ponti. Raimi si allontanava dalla serie a causa di divergenze creative e il timone passava a Marc Webb, che scelse insieme alla Sony un totale reboot. In quella fase, allora, si parlava di un film dedicato al gruppo di villain conosciuto come ‘Sinistri Sei’, di cui Venom sarebbe stato uno degli elementi principali. I due film sull’Uomo Ragno di Webb vanno bene, ma non benissimo. Non come quelli degli Avengers, realizzati dai Marvel Studios, insomma. Altro giro, altro regalo. Nel 2015 Sony si accorda con Marvel per poter riportare l’arrampicamuri a far parte del gruppo. Restano nel limbo i comprimari, cattivi compresi.
E’ con questa storia alle spalle che nasce questo Venom con Tom Hardy, ora in sala, prodotto in tutto e per tutto Sony, separato o almeno non ufficialmente collegato al Marvel Universe nonostante i tentativi di mantenere l’ambiguità della produttrice Amy Pascal (contrastati dal contraltare Marvel Kevin Feige). Mettiamolo subito in chiaro: Spider-Man nel film non c’è. O quantomeno, non c’è il suo nuovo interprete Tom Holland. Se proprio si vuol vedere qualcosa che rimandi al tessiragnatele bisogna avere la pazienza di rimanere fino a dopo i (lunghi) titoli di coda, che comprendono due contenuti speciali. Ma non ci si aspetti grandi cose.
Più in generale, nascendo Venom proprio come controparte e caricatura di Spider-Man, l’assenza si sente in particolar modo. Un po’ di backstory per i ‘profani’: nei fumetti, tutto comincia quando l’Uomo Ragno si trova a combattere una minaccia aliena insieme a tanti altri eroi, durante il crossover ‘Guerre Segrete’ (editorialmente, parliamo del 1984). Su un pianeta lontano, con il suo classico costume rosso-blu ridotto a brandelli dopo una battaglia, indossa per sbaglio un organismo simbiotico nero, che gli conferisce nuovi poteri, ma lo controlla mentalmente. Lo scoprirà solo mesi più tardi, tornando sulla terra. Per un po’, Peter Parker riesce a mantenere il controllo del simbionte, ma poi lo rifiuta, provocando in lui odio e desiderio di vendetta. La frittata di completa quando l’alieno incontra Eddie Brock, un reporter che ha dalla sua ottimi motivi per avercela con Spidey, che secondo lui gli ha rovinato la carriera. Dall’unione dei due nasce appunto Venom, iper-muscoloso, iper-trofico, pericoloso e letale, una versione deformata di Spider-Man stesso, che il disegnatore Todd McFarlane caratterizza con un beffardo sorriso che si fa strada sulla maschera, salvo diventare presto, nelle evoluzioni artistiche di chi ha interpretato il character, una bocca zannuta e sbavante.
Abbandonato tutto questo, al film non resta che virare su un fantasy-action un po’ vintage ma nel complesso debole, che utilizza i poteri del simbionte a seconda di come fa comodo alla sceneggiatura (un attimo prima l’alieno legge nel pensiero di Brock, dichiarando di sapere tutto di lui. Un attimo dopo non riconosce chi è la ragazza che Brock ama), non offre particolari innovazioni nemmeno negli effetti speciali in cgi – che ricordano tanto quelli del famigerato Spawn anni ’90, anch’esso tratto da un fumetto di McFarlane – e punta tutto sulla simpatia di Hardy, rinunciando anche a quel po’ di cattiveria necessaria a un personaggio così dark in favore di un visto PG-13. E’ tutto piuttosto forzato, compresa la presenza, ridotta ai minimi termini, dell’”ancora più cattivo” Carnage (Woody Harrelson). E in effetti, la mancanza di un antagonista di spessore risulta uno dei difetti più rilevanti del film.
Non resta che sperare in meglio a questo punto per Spider-Man – Un nuovo universo, film d’animazione atteso per dicembre che introdurrà il concetto di ‘multiverso’ e di realtà alternative al cinema, con l’introduzione del personaggio di Miles Morales, lo Spider-Man afro-americano che sta spopolando nel mondo dei comics.
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