Sono 28, come i paesi dell’Unione europea, i giovani giurati del concorso internazionale delle Giornate degli Autori. Una giuria vera e propria, nata da una lunga selezione realizzata all’interno del progetto “28 Volte Cinema” in collaborazione con il Parlamento europeo e le sale d’essai di Europa Cinemas, con un presidente di grande prestigio come il regista Palma d’oro Laurent Cantet e il coordinamento affidato al direttore artistico del festival di Karlovy Vary, Karel Och. Il programma “28 Volte Cinema” è promosso dal Premio Lux del Parlamento europeo con il network di sale Europa Cinemas (Programma Media) e le Giornate degli Autori, con la collaborazione di Cineuropa. Per 11 giorni i 28 giurati vivranno l’esperienza di un vero e proprio “campus”, discutendo quotidianamente i 13 titoli della selezione e, a fine progetto, saranno sotto i riflettori: la riunione finale della Giuria, che assegna il Venice Days Award 2015, sarà infatti aperta al pubblico e alla stampa e trasmessa in streaming online (visibile dal sito delle Giornate www.venice-days.com e da quello di Fred radio a questo link http://www.fred.fm/uk/live-streaming/).
“Fare parte di una giuria è sempre un’esperienza appassionante – spiega Laurent Cantet – l’attesa del “colpo di fulmine”, la speranza di condividerlo con gli altri giurati, passare ore a discutere del film del giorno. Nel caso delle Giornate degli Autori, la pratica è ancora più emozionante perché la giuria è costituita da giovani cinefili dei quali sono impaziente e curioso di scoprire i gusti. Considero il mio ruolo soprattutto come quello di un coordinatore, di un moderatore dei dibattiti, anche se, naturalmente, esprimerò le mie opinioni come gli altri. Sono certo – prosegue Cantet – che la diversità delle provenienze dei giurati darà luogo a pareri contrastanti e i dibattiti si preannunciano appassionanti. Ho avuto modo di vedere su internet alcuni estratti della delibera della giuria dell’anno scorso, quando il premio è stato assegnato al mio Ritorno all’Avana, e sono rimasto colpito dalla sincerità e dall’impegno dei partecipanti”.
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Il delegato generale della Settimana della Critica, a fine mandato, analizza lo stato di salute del nostro cinema in un'intervista al sito Quinlan. "Il cinema italiano è malato, malato di qualcosa che non lascia sviluppare quei talenti – che a questo punto non so nemmeno più se ci siano – che vogliono rischiare con dei film più coraggiosi. Penso che chi ha le idee si diriga verso altre forme, verso le web series ad esempio, e il cinema d’autore soffra un po’ dei soliti dilemmi". A breve il Sindacato nazionale critici cinematografici indicherà il nuovo delegato generale