VENEZIA GLOBAL FORUM


Un lungo corteo è arrivato verso le 5 al Casinò. Sono i filmaker del G8 (leggi il dossier di tamtam), i registi che hanno partecipato alla monumentale impresa di filmare il Genova Social Forum. Tra questi: Gillo Pontecorvo, Wilma Labate, Pasquale Scimeca, Daniele Segre, Mario Monicelli, Francesca Comencini, Alfredo Angeli… Non c’erano, però, solo gli artisti. Insieme a loro i direttori della fotografia, gli operatori, i montatori, il produttore Mauro Berardi, gli organizzatori ed anche i runner. Insomma, tutti quelli che a Genova si sono adoperati affinché i 33 registi potessero portare a termine il lavoro. Non tutti a Venezia ovviamente. Ma la fila silenziosa dava l’idea dell’imponenza dell’evento. Evento ancora più curioso visto che i cineasti non hanno portato nessuna immagine: delle 980 ore girate, quasi 570.000 metri di pellicola, non si è visto proprio nulla. Niente di niente.
Così la conferenza stampa è apparsa volutamente nuda, spoglia, essenziale. E lo ha ripetuto anche Citto Maselli, che per l’occasione si è trasformato in moderatore: “Non vedrete neanche un metro di questo film, perché è ancora in fase di montaggio e non avevamo nessuna voglia di mostrare delle immagini isolate. Quello che vogliamo consegnarvi è un progetto unitario, in un certo senso opposto a tutto quello che avete visto finora. Cioè frammenti isolati, piccoli segmenti che per lo più riducevano tutta la storia genovese a questioni di ordine pubblico anzi, di disordine pubblico. Quello che ci interessa sottolineare è tutt’altro: il Genoa Social Forum ha rappresentato un momento di straordinaria intensità, fatta di spirito etico e di vitalità festosa. Un esempio? I sacerdoti cattolici e quelli tibetani che sfilano insieme.”
Quindi Maselli ha lasciato la parola all’anima della manifestazione genovese: Vittorio Agnoletto, il cui intervento è stato preceduto da un lunghissimo applauso. “Questo film – ha sottolineato Agnoletto – è un documento concreto. Ma è anche la testimonianza di un nuovo impegno delle forze culturali e intellettuali. La prova che hanno risposto al nostro appello e che non siamo soli con le nostre idee. Avevamo bisogno di un atto di coraggio, di vera dedizione e lo abbiamo avuto. Spero che questo lavoro sia solo il principio di una stagione fatta di nuova sensibilità civile ed impegno sociale.
Hanno concluso le nuove leve, gli autori più giovani come Carola Spadoni e Francesca Comencini. “Mentre facevo le riprese ho pensato ad Elsa Morante – ha raccontato Comencini – e al suo Pro o contro la bomba atomica. La scrittrice mi ha fatto ricordare l’importanza di produrre realtà, al contrario di molti giornali e telegiornali che spesso, ed è il caso di Genova, producono irrealtà. Ora capisco cosa voleva dire la Morante.” La regista ha quindi aggiunto che le piacerebbe fare un film proprio sulla figura generosa e commovente del padre di Carlo Giuliani.
Per vedere il lavoro finito, ora, dovremo aspettare ancora un po’ di tempo. Maselli ha promesso di consegnare il montato alla Rai per il 30 settembre, ma ha anche aggiunto: “Chissà però quando ci manderanno in onda?”.

autore
02 Settembre 2001

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