Venezia coi piedi per terra: ma non mancano sci-fi e star

Per la prima volta alla Mostra di Venezia, nel concorso irrompono i documentari, anche se l’apertura è affidata allo sci-fi Gravity di Alfonso Cuaron


Venezia 70 è ormai alle porte. Quest’anno, per la prima volta, irrompono del concorso i documentari, che secondo il presidente della Biennale Paolo Baratta rappresenta – come dichiara all’adnkronos – “un segno dei tempi, della crisi economica e del bisogno di realtà della gente. E’ coerente al carattere multidisciplinare della Biennale che ci ha portato negli anni scorsi a mettere in primo piano registi che facevano video arte e artisti che facevano film. Quando le cose vanno bene tutti abbiamo voglia di avventura ma oggi c’è desiderio di maturare, di cercare nel vissuto una riscoperta di noi stessi attraverso una maggior consapevolezza”.

L’apertura è affidata all’atteso Gravity di Alfonso Cuaron, fuori concorso. E’ un film di fantascienza ma, secondo il direttore Alberto Barbera, “è straordinaria nel dare realismo, ti inchioda alla sedia”, come dichiara a ‘la Repubblica’. Nella sezione competitiva dominano sguardi sulla realtà come The unknown known di Errol Morris, ritratto di Donald Rumsfeld, uno dei grandi architetti della guerra in Iraq, e Sacro GRA di Gianfranco Rosi, frutto di due anni di peregrinazioni con un mini-van sul Grande Raccordo Anulare di Roma per scoprire i mondi invisibili e i futuri possibili di questo universo circolare. Fuori concorso Che strano chiamarsi Federico – Scola racconta Fellini di Ettore Scola, con Giorgio Napolitano spettatore d’eccezione. Il presidente della Repubblica sarà infatti al Lido il 6 e il 7 settembre.  

Nonostante i tempi di crisi, la direzione Barbera garantisce la presenza di una o due star al giorno. Solo per citare alcuni ospiti: sette Femen arrabbiate dall’Ucraina, il grande Lech Walesa fondatore di Solidarnosc per il film-omaggio che gli ha dedicato Wajda, il Leone d’oro alla carriera William Friedkin, Mia Wasikowska per Tracks, Nicolas Cage per Joe, la coppia hot di The Canyons Lindsay Lohan (nuovamenteuscita dal carcere) e James Deen (divo del porno made in Usa).  

“Venezia perde terreno rispetto a Toronto? Balle! – dice con forza il direttore all’ANSA – A Toronto ci sono sette film italiani, a Venezia sono venti prime mondiali, mentre, sempre a Toronto, sono solo tre. L’unico film che non è al Lido è quello di Luchetti, Gli anni felici: ha preferito Toronto per la sua precedente esperienza a Venezia . Insomma non è vero che i film italiani non vengono a Venezia, anzi siamo noi a sostenere il cinema italiano”.

Quanto ai costi, Baratta ci tiene a ricordare come questa edizione “costi più o meno come le precedenti, con circa 10 milioni di euro di costi vivi cui si sommano spese generali per arrivare fra gli 11,5 ed i 12 milioni. Con il concorso fondamentale del contributo dello Stato per 7,5 milioni. E’ tramontata ormai da qualche anno l’idea di un grande palazzo del Cinema e si è corsi ai ripari riqualificando le sale storiche. L’obiettivo è di raggiungere i 5.500 posti e contiamo di arrivarci già l’anno prossimo, grazie al finanziamento di 6 milioni deliberato dal Comune di Venezia, con il quale c’è una ritrovata armonia. La Mostra accoglie 3.000 giornalisti, di cui 1.000 stranieri – raccomanda infine Baratta – Se ciascuno di loro scrivesse almeno una volta di aver dormito e mangiato bene ed a un prezzo ragionevole, questo aiuterebbe sicuramente l’immagine della città e il suo appeal turistico”.

Anche il presidente di giuria Bernardo Bertolucci, dal canto suo, è protagonista di un doc, Bertolucci on Bertolucci, di Luca Guadagnino e Walter Fasano, che passerà sabato nella sezione Venezia Classici. “Sfido chiunque a vedere sé stesso, lucido e vitale – dice Bertolucci a ‘la Repubblica’ – in una lezione di cinema. Mi sono visto a 22 anni, 30, 24, 50,43, in successione continua. Sono sempre io che parlo per quasi due ore. La prima reazione è stata: tagliatene metà. Sempre abbastanza belle, però, le cravatte”. Pre-apertura dedicata al cinema italiano classico con il restauro di Le mani sulla città di Francesco Rosi, mentre le Giornate degli Autori, fedeli alla loro vocazione della “provocazione intelligente”, si regalano un pre-festival per festeggiare il proprio decennale nel segno del cinema italiano. Saranno infatti Stefano Accorsi e Geppi Cucciari le star indiscusse del Lido il 27 agosto, come protagonisti de L´arbitro, opera prima di Paolo Zucca. Prodotto da Classic e Bd Cine, in collaborazione con Rai Cinema e con il contributo di MiBAC – Direzione Generale per il Cinema, INCAA, Regione Autonoma della Sardegna con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission, uscirà nelle sale giovedì 12 settembre distribuito da Lucky Red. Il film racconta le vicissitudini di due squadre della terza categoria sarda a cui si alterna l’ascesa professionale di un ambizioso arbitro ai massimi livelli internazionali. Una commedia in bianco e nero, condita da giovani emigrati, prodezze calcistiche e la brezza leggera del vero amore. “Nel film il registro epico e quello grottesco – spiega il regista – coesistono e talvolta si alternano in maniera imprevedibile. Ho scelto di usare il bianco e nero anche per ottenere il grado massimo di astrazione dalla realtà e dal tempo”.

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26 Agosto 2013

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