“Mi sembra di essere andata a ritirare un Oscar. E’ la prima volta che mi viene dato un premio e non nascondo un certo orgoglio nel riceverlo. Io vengo dalla televisione, un luogo dove prevale sempre la figura maschile e dove ho dovuto lottare perché il mio lavoro venisse accettato in quanto tale e non esclusivamente per la mia presenza fisica. Inoltre il premio viene da un festival dedicato alla donna nel cinema e questo mi inorgoglisce ancora di più”. Vanessa Incontrada, classe 1978, un sorriso leggero e una disposizione al dialogo che ammorbidisce anche l’interlocutore più spigoloso, commenta così il premio De Santis al volto emergente del cinema italiano ricevuto dal Festival “Lo schermo è donna”, in programma fino al 28 giugno al Castello ducale di Fiano Romano.
L’attrice italo-spagnola, voluta da Pupi Avati per Il cuore altrove, presto sarà sul set di Da nessuna parte, diretto da Marco Ponti. “Iniziamo le riprese a settembre, le continueremo per 9 settimane tra Torino e Madrid – continua l’attrice – Sarò Nina, una hostess spagnola che accetta la sua vita sentimentale e professionale con una certa serenità pur riconoscendo che non corrisponde esattamente a quello che ha desiderato. Nina, conoscendo Dante (Libero De Rienzo, ndr.), un uomo con il quale si trova a convivere, capisce che non può progettare la propria vita”. La commedia, prodotta da Harold e Rai Cinema, sarà distribuita da 01 Distribution nel 2004.
Moda, televisione, radio e ora cinema: quale approccio per ognuno di questi mezzi?
La moda è un vecchio capitolo iniziato quando ero ancora 17enne. Per due anni sono stata una nomade: andavo dappertutto, dal Giappone agli Stati Uniti. Mi sono fermata a Milano perché Giorgio Gori, il direttore di Italia 1, mi volle come conduttrice del programma musicale “Super classifica show”. Così ho esordito sul piccolo schermo dove, se sbagli, hai il viso e la gestualità che ti permettono di essere perdonata dal pubblico.
Con la radio RTL ho trovato uno spazio congeniale: sono autrice del programma, ogni fine settimana dalle 21 alle 24 parlo agli ascoltatori di cinema e di musica, un argomento che ho sempre trattato fin dai miei esordi. La radio è un mezzo straordinario che fa sognare gli ascoltatori con la sola voce. Il cinema è una dimensione ancora diversa. Sul set sono tutto meno che me stessa.
Sei stata tu a cercare il cinema o lui te?
Il cinema mi ha cercato. Pupi Avati vide lo spot della Tim e volle incontrarmi. Ricordo ancora il suo sguardo attento, da vero osservatore, e la mia tensione nel sapere che stavo affrontando un esame. Concluse il nostro colloquio così: “Va bene, grazie Vanessa, ci vediamo sul set”. Tre mesi dopo ero nei panni di Angela. Quella donna non mi assomigliava affatto, aveva un’ambiguità e un determinazione celata che non possiedo. L’ammiro e spero che m’abbia insegnato qualcosa perché sono fin troppo diretta.
Da un cineasta affermato a un regista promettente. Come è andata con Marco Ponti?
E’ un regista tranquillo, che ha scelto il suo mestiere come una scelta di vita e non un obbligo. In generale mi sembra che la gente che si occupa di cinema sia più riservata. Mi sento molto fortunata perché ho esordito nel cinema con persone straordinarie: Pupi Avati sul set è una persona umile, generosa e allo stesso tempo pretende molto dal suo cast.
In Spagna non ti conoscono ancora…
Il cuore altrove esce nel mio paese il prossimo anno, ma durante il Festival di Cannes i giornali spagnoli hanno già parlato di me. Non vado di fretta. In fondo all’inizio pensavo di fare la psicologa, e ora mi ritrovo attrice. E da questo mestiere ho subito imparato che bisogna vivere un po’ alla giornata, senza illusioni. In questo mondo un giorno ti vogliono, l’altro no.
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