Valeria Bruni Tedeschi


V. Bruni TedeschiCon la sua opera prima, nelle sale italiane da venerdì 18 giugno, Valeria Bruni Tedeschi ha vinto il Tribeca Film Festival 2003. In premio 25mila dollari e il sostegno americano per la promozione del suo film Il est plus facile pour un chameau… (E’ più facile per un cammello…) negli Usa.
In Francia l’attrice-regista, amata pubblico, elogiata dalla critica, ha intrigato e sedotto, esattamente come la sorella, i giornalisti. I “Cahiers du Cinéma” le hanno dedicato la copertina , “Le Monde” ha scritto: Un progetto ambizioso e riuscito… una parabola secondo cui è difficile ma non impossibile per un film, dove l’artista recita e dirige allo stesso tempo, entrare nel regno dell’Olimpo cinematografico”.
La neoregista racconta le difficoltà di un lavoro costato 6 anni e coprodotto da Paulo Branco per Gemini Films e Mimmo Calopresti per Interlinea. Il film ha guadagnato il 9° posto al botteghino nonostante la concorrenza di pellicole con star care al pubblico francese (Bon voyage con Isabelle Adjani, Gérard Depardieu e Virginie Ledoyen, la commedia Chouchou con Alain Chabat) e di blockbuster americani (Frida e Lacchiappasogni).
Nel frattempo Valeria Bruni Tedeschi è presente nelle sale italiane con La vita come viene di Stefano Incerti, nei panni di una donna alle prese con un arido rapporto coniugale.

 

Perché, a poche settimane da Cannes, ha scelto il Tribeca Film Festival?
Non è stata una mia idea, ma dei miei produttori, Paulo Branco e Mimmo Calopresti. Loro mi hanno dato tanta fiducia per lungo tempo, ora tocca a me fare lo stesso. Se non fosse stato per loro questo film non avrebbe neanche visto la luce.

 

Come mai?
Il est facile pour un chameau… è frutto di una lunga gestazione. Ho iniziato a scrivere il soggetto dopo aver collaborato alla stesura de La parola amore esiste di Calopresti: era il 1997. Devo molto a Mimmo, mi ha sostenuta, mi ha impedito di scoraggiarmi nonostante le mille difficoltà nel reperimento dei fondi necessari per la realizzazione del film.

 

A cosa si riferisce?
Non si riusciva a trovare il denaro, nessuno in Italia era disposto a investire sulla mia sceneggiatura, la Rai non mi ha dato un soldo. Qualche produttore addirittura mi ha detto: Le consiglio di togliere dalla storia la morte del padre”. Ma quel ‘piccolo particolare’ era tutto il film. Mimmo alla fine è riuscito ad ottenere dalla Lucky Red un anticipo sulla distribuzione.

 

Poi come è andata?
Abbiamo iniziato a cercare fondi in Francia. Ho fatto domanda per ‘l’avance sur recette’ (lequivalente dellart. 8) e l’ho subito ottenuta. E un meccanismo che funziona bene e in modo piuttosto pulito. In seguito Bianca Film ha cercato, con fatica, coproduttori francesi fino a quando lo scorso anno mi ha salvato Paulo Branco di Gemini Films. Ora il produttore di maggioranza è francese.

 

Gran parte dei critici francesi e il pubblico hanno accolto positivamente la sua commedia. Per ‘Le Monde’ è “un film dal sapore autobiografico, un genere caro ai suoi maestri Woody Allen e Nanni Moretti”.
Francamente non mi aspettavo così tanto. Vero è che il mio inconscio e quello delle persone della mia generazione si è formato sui film di Allen. Quanto al parallelo con Moretti, ne sono lusingata.

 

Il suo film è un racconto autobiografico o un autoritratto?
Parlo del mio intimo, ma la lunga lavorazione sulla sceneggiatura ha trasfigurato tutto. Gli elementi reali della mia vita si sono trasformati in pura finzione, che non rispetta più ciò che io sono veramente. Ma nei film succede spesso.

 

Perché la scelta di interpreti come Roberto Herlitzka e Chiara Mastroianni?
Roberto possiede qualcosa di magico sulla scena. Il suo personaggio (il padre della protagonista, ndr.) avrebbe potuto sembrare arrogante, invece lui con la sua semplicità lo ha reso più profondo e poetico. Avevo paura di non essere abbastanza brava a dirigerlo, ma lui ha reso tutto più facile.
Quanto a Chiara, è un’attrice dotata di una profonda autoironia: esattamente la qualità che cercavo. Chiara (nel ruolo della sorella della protagonista, ndr.) inoltre parla perfettamente le due lingue, francese e italiano, e ha assimilato le due culture. Ha quella schizofrenia che mi serviva.

autore
06 Maggio 2003

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