“Vittorio mi ha scelto per la mia somiglianza con la giovane Valentina, per la sua introversione e per il rapporto esclusivo con il padre”. Valentina Merizzi, un magnifico esordio d’attrice – ad appena 14 anni con Tu devi essere il lupo di Vittorio Moroni, racconta l’ esperienza del set, la sua idea di cinema e quella della generazione a cui appartiene.
Il film, nelle sale italiane da tre settimane, nonostante la piccola distribuzione (Myself), ha ottenuto una media sala alta totalizzando nel primo weekend 2.206 € per schermo e nel secondo weekend, 1741 €.
Tu devi essere il lupo, presentato al Festival di Annecy e di Villerupt, è in concorso ad Alice nella città, festival in programma fino al 30 maggio a Roma. Il film sarà proiettato il 27 maggio al cinema Embassy alle 10.30.
La giovane, terzo anno di liceo, ammette: “Il cinema serio io l’ho visto poco, mia madre mi faceva vedere film di genere, in particolare di Dario Argento. Proprio non avrei mai pensato di dover interpretare una parte da protagonista in un film drammatico”.
Al fianco di Ignazio Oliva, la giovane incarna le inquietudini adolescienziali, amplificate dall’assenza materna e, per contro, segnate da una presenza paterna quasi asfittica. La Merizzi, che per il ruolo ha ottenuto il premio del Sindacato dei Giornalisti Cinematografici come migliore interprete europea al Festival del cinema europeo di Lecce, è la dimostrazione che un cinema d’autore che parla di giovani rivolgendosi proprio a loro, senza mostrare i muscoli e le lampade di Costantino e Daniele, è possibile e, potenzialmente, di successo.
Come è avvenuto l’incontro con Vittorio Moroni?
Il regista è entrato nella mia scuola e ha fatto provini a tutte le ragazze, compresa me. In verità non mi interessava il cinema, un film drammatico poi. Per me il cinema era genere, avventura, azione…poi mi sono convinta dicendomi che un giorno non avrei dovuto rimproverarmi di non averlo fatto.
Chi è Valentina, il personaggio del tuo film?
Una ragazza molto introversa. Ha un rapporto esclusivo con il padre, unica figura genitoriale conosciuta. Valentina teme molto di perderlo.
Chi è il lupo del titolo?
Gli ostacoli che ognuno nella vita deve affrontare. Per Valentina è la paura di quel passo che la farà diventare grande; per Carlo, il padre, il timore di affrontare una nuova relazione amorosa. In generale Tu devi essere il lupo affronta il tema della paura del cambiamento.
Moroni non ti ha fatto leggere tutta la sceneggiatura…
Me la dava a pezzi, scena per scena, all’inizio via mail. Era un bene per me non avere tutto il copione nelle mani. Non avrei saputo da dove cominciare. Anche durante il set è stato lo stesso, scoprivo giorno per giorno come sarebbe andata a finire.
Hai fatto vedere il film ai tuoi compagni di classe. Cosa hanno detto?
I maschi della mia classe erano rimasti colpiti dal rapporto tra me e mio padre. Si sono anche riconosciuti nelle arrabbiature che il mio personaggio prende nei confronti del padre: sono sentimenti all’ordine del giorno nel periodo dell’adolescenza. Quando si è giovani poi si preferisce sempre un genitore rispetto all’altro, anche se hai tutti e due i genitori. Questo elemento li ha colpiti.
Che idea ti sei fatta del giovane cinema italiano?
Credo che non si apprezzino i film drammatici. Né io, né i miei amici siamo abituati a vedere il cinema italiano. Vediamo invece commedie brillanti, film con humour o d’azione americani. E così pellicole come Tu devi essere il lupo spesso non arrivano in sala perché non garantiscono incassi sufficienti.
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