Esce il 16 dicembre, sfidando Star Wars, Vacanze ai Caraibi, il film di Natale targato De Sica e Neri Parenti che decidono di proseguire da soli la strada del cinepanettone tradizionale, a base di farsa, battutacce, flatulenze e belle fanciulle, a cui si aggiunge però in questo caso anche un po’ di satira sagace sul mondo della tecnologia (grazie all’episodio interpretato da Adriano Bandiera, fissato del telefonino che si ritrova naufrago su un’isola deserta e, soprattutto, senza campo), e da una spruzzata di sentimento (figlio, forse, della penna di Fausto Brizzi, coinvolto nella sceneggiatura). “Spielberg e Lucas si incontrano a Hollywood – dice il regista – noi in un bar a Prati, insieme a Fausto e abbiamo deciso di fare un passo indietro e scrivere un film di Natale come si faceva anni fa. Siamo partiti da Christian e Massimo e poi abbiamo aggiunto il resto, compresa Angela Finocchiaro che è una grande attrice, così non possono più dirci che accanto agli attori maschi mettiamo solo a recitare delle incapaci. Volevamo fare una farsa pura”. “Tanto – aggiunge De Sica – le commedie sofisticate non ci verrebbero bene.
Non facevo un film di Natale da due anni, dopo Il principe abusivo e La scuola più bella del mondo, e ho detto subito sì. Sono contento del risultato, all’inizio non ero convinto di alcune scelte, come l’episodio di Bandiera, ma mi sono ricreduto, e mi ha colpito molto anche la performance di Ilaria Spada. Poi, diciamocelo, si gira pure in posti belli. Certo un po’ ti fa rabbia, tanto il bagno non te lo puoi fare, ti devi alzare alle cinque di mattina. Poi faceva caldo, le api scavavano le buche nella sabbia. Ma avere Ghini di fianco, che si è pure fatto ‘bionda’ per l’occasione, è stato un piacere”.
“Un colore a cui sono condannato – aggiunge Ghini – ho girato un video per uno spettacolo teatrale che sto facendo e ora non posso apparire in scena con un colore diverso. Però è stato proprio Neri Parenti a insegnarmi la commedia al cinema, quindi quando so che alla regia c’è lui sono tranquillo, mentre di solito sono un attore molto problematico, che sta sempre a discutere. Sono quattro anni che non faccio un film di Natale ma incontro per strada la gente e mi dice ‘quest’anno dove lo fate?’. Vuol dire che il prodotto è seguito, che continua ad avere una vita anche dopo la sala. L’altro giorno mi ferma uno in vespa e mi fa: ‘c’è il film di Natale vero? Se te becca mi madre…’. E’ un genere anarchico, occasionale, esce una volta l’anno, ma è molto apprezzato”.
“Per me nuovo – commenta Luca Argentero, protagonista di una storia di sesso, ma anche un po’ d’amore, con Ilaria Spada – è una maschera che bisogna saper portare, e sono contento di aver toccato anche questo genere, alla fine voglio farli tutti”. “Io e Neri ci siamo pure scontrati al box office, in passato, con i film di Natale – dice Brizzi – ma in realtà non c’è vera competizione. Anzi, io volevo che lui vedesse il mio film e il verdetto fu: “sei troppo romantico”. Come a dire “vinco io”, ed ebbe ragione, ma in realtà lavorare insieme è un piacere”. Ma come sono, invece, i rapporti con i ‘rivali’ di Filmauro? Elegante la risposta di Parenti: “De Laurentiis a un certo punto ha deciso di fare film che costavano di meno e incassavano anche di meno. Era una strategia economica ed evidentemente funzionava. Noi eravamo sotto contratto ancora per due film e li abbiamo fatti, e poi ha deciso di ‘liberarsi’ anche di noi. Ci proviamo in autonomia”.
“Speriamo che il film di Greg & Lillo vada malissimo, naturalmente – dice De Sica scherzando – ma poi specifica: ovviamente no, speriamo invece che tutti i film italiani vadano bene perché serve al nostro cinema”.
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