UNO STANDARD PER LE SALE

Standard tecnici uniformi per il cinema in digitale. Ecco la richiesta diffusa dal presidente dell’Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), Alberto Francesconi, di comune accordo con le associazioni di altri 18 Paesi sparsi per i 4 continenti. “Standard tecnici omogenei a livello globale – ha dichiarato Francesconi – sono indispensabili per il risolutivo passaggio dalla pellicola 35 mm. al cinema digitale”. E questa lettera congiunta è un primo passo verso il raggiungimento dell’obiettivo.
Dal comunicato delle associazioni internazionali, un lungo elenco di cui si notano le presenze della National Association of Theatre Owners (Stati Uniti), la Trade Association Name (Australia), la Motion Picture Theatre Association of Canada, la Federation Nationale de Cinéma Français (Francia), l’HDF (Germania), emergono tre punti decisivi di “sfida” nel passaggio alla nuova tecnologia: il criptaggio, la trasmissione, e la compressione.
E infatti nel rapporto vengono stilate precise esigenze, dalla richiesta di un singolo algoritmo di compressione dell’immagine, a quella di un medesimo algoritmo per il criptaggio. E ancora un algoritmo standard per interfacce elettroniche e reti e per la compressione audio. Si sottolinea la necessaria urgenza di raggiungere degli standard minimi di rappresentazione per quanto riguarda la proiezione dell’immagine, compresi la gamma di colori, contrasto e conteggio dei pixel. Il rapporto sottolinea la necessità di una compressione standard sia che il ricevente (sala, televisione, Internet o altro) sia dotato di ricezione satellitare sia a fibre ottiche. L’obiettivo è anche quello di svilupppare prodotti “interfunzionali, competitivi”, e dei quali si possa poi realizzare una manutenzione a costi contenuti. Raggiunto l’accordo sullo standard minimo, la qualità del digitale dev’essere comunque superiore alla pellicola.