Max e Anna Mancini festeggiano il loro venticinquesimo anniversario di matrimonio e hanno due figli adolescenti. Nonostante siano gemelli, Tina e Nico hanno personalità completamente diverse: Tina è ribelle e poco interessata agli studi, mentre Nico è tranquillo, preferisce la solitudine e ha una vera passione per i videogiochi.
Tra i genitori e i figli c’è una continua lotta, che raggiunge il culmine nel giorno del diciottesimo compleanno dei gemelli, quando la festa concessa loro si trasforma in un disastro. Max e Anna si accorgono di non conoscere veramente i propri figli, si chiedono dove abbiano commesso errori e rimembrano con nostalgia i tempi in cui Tina e Nico erano adorabili bambini da proteggere. Ma le loro memorie corrispondono davvero alla realtà? Dopo quella serata disastrosa, si presenta una nuova opportunità per Max e Anna: una possibilità di capire meglio il rapporto con i loro figli e cercare, per quanto possibile, di evitare di commettere gli stessi errori.
Dice Palo Del Brocco, ad di Rai Cinema: “Non abbiamo voluto venderlo alle piattaforme, perché volevamo specificamente un nuovo prodotto specifico per il pubblico che segue Rai Uno. Il film mi ha colpito leggendo la sceneggiatura perché tutte le famiglie che conosco hanno problemi con gli adolescenti. E’ una commedia che parla di un tema molto attuale, il difficile rapporto genitori/figli al giorno d’oggi. Tante piattaforme inseguono il pubblico generalista con prodotti di poca qualità, ma il pubblico generalista lo abbiamo noi, che siamo la Rai, e anche i volumi di ascolto sono molto più ampi, anche se le piattaforme non amano molto diffondere dati. Noi abbiamo numeri importanti anche su RaiPlay, ad esempio. Va benissimo che si producano film per piattaforme, fa bene all’industria, ma un distinzione in termini qualitativi va comunque fatta”.
Fa eco Marco Poccioni di Rodeo Drive: “Tutti possono riconoscersi nel film, è una commedia ma mostra una situazione comune, attuale e molto importante”.
Commenta Gabirella Pession, che vive in America: “Sono anni che manco dalla Rai e sono felicissima di tornare. La sceneggiatura è deliziosa, me ne sono innamorata e poi conoscevo Max Giusti, senza contare che anche Carteni è un amico. Mi dà gioia questo film, ogni volta che ne vedo una clip, è un film con un’anima profonda. Tutti ci chiediamo cosa stiamo sbagliando con i nostri figli, ma più che darci delle risposte, ci dobbiamo porre delle domande. Bisogna tornare al punto di partenza, l’empatia, capire chi abbiamo di fronte, parlare, confrontarsi, non trascurare i piccoli segnali. Riguarda genitori e figli ma anche moglie e marito. Quando arrivano i figli si smette di ascoltarci come coppia, ma prima o poi i figli se ne vanno. E’ un tema molto importante, nella nevrosi di oggi, devono capire perché hanno costruito una famiglia. Quindi anche lì bisogna fermarsi, riscoprirsi e reinnamorarsi. La leggerezza di Umberto è unica e con Max abbiamo fatto proprio un lavoro di coppia, a braccetto, diventando amici. Ad agosto, con un caldo pazzesco. Per me è uno dei film più importanti e deliziosi che abbia fatto”.
Segue Max Giusti: “Non sono lucido, sono troppo emozionato. Il film per me è stata una vera seconda chance. Difficilmente metto in piazza i miei sentimenti ma questo film mi scuote, a un certo punto della mia carriera ho deciso che volevo fare cinema ed è sempre difficile essere ascoltati. Ho lottato per fare cinema e ho incontrato persone che mi hanno voluto finalmente ascoltare e guidare, in Rai Cinema, quando avevo necessità di esprimermi. Umberto mi ha preso per mano e ha tirato fuori tanto da me, il personaggio si chiama come me, però siamo molto distanti. Quando sei un sognatore ti scontri con le etichette che ti danno, con quello che hai fatto, a volte essere generosi nel nostro mestiere diventa un difetto. Non vorrei mai cambiare ma parallelamente ho vissuto questo film con un’enorme esperienza umana”.
Dice Mattioli: “Nessun attore sa fare tutto ma più sai fare meglio è. Questo spero che rappresenti l’inizio di una nuova chance anche per me. Spero di aver fatto bene, ma certamente ce l’ho messa tutta. Chissà quante volte nella vita abbiamo avuto una seconda possibilità e nemmeno ce ne siamo resi conto”.
“E’ stata una magia – dichiara Carteni – una composizione unica del lavoro mio con quello degli attori, quello del montatore… eravamo in sala montaggio e ci emozionavamo con le lacrime. Ci siamo chiesti se fossimo cretini o proprio il film funzionasse in quel senso. Il film nasca al tavolino di un bar di San Giovanni, ci siamo incontrati con gli sceneggiatori e subito ho pensato ‘quanto la vorrei, una seconda chance’, con figli, ex mogli eccetera… non posso averla nella vita ma almeno posso farci un film. Se concentri sui figli l’attenzione totale non resta altro, a volte c’è veramente bisogno di fermarsi e riscoprirsi”.
Adriano De Maio, direttore Rai per Cinema e Serie Tv ringrazia tutto lo staff e i direttori dei telegiornali Rai che aiutano al lancio, perché “è essenziale il lavoro di comunicazione. Ringrazio i giornalisti e vedrete che faremo molte conferenze stampa. Rai Cinema rappresenta un’opportunità per la Rai. Questo permette di alimentare la squadra di artisti Rai. Quando la Rai è nata prendeva star e conduttori da cinema e teatro, e spero vivamente che con Paolo queste operazioni si possano ripetere. Il cinema Rai deve essere in sala ma serve un doppio binario, va veicolato un certo tipo di sentimento. Questo è un film Rai con personaggi Rai e cinema e televisione debbono essere in osmosi. Mi auguro di riacquistare il Teatro delle Vittorie dove realizzare di nuovo splendide opere di Varietà”.
I due figli sono interpretati da Vittoria Gallione e Fabio Bizzarri.
“In realtà ho 24 anni – rivela Gallione – quindi è stato un ritorno all’adolescenza ma affrontato con occhio maturo. Il personaggio ha più coraggio di me nell’esprimere un conflitto. Io reprimevo, lei esprime e non ha paura”.
Bizzarri, diciassettenne, è più vicino all’età del personaggio: “Mi somiglia. Un nerd fissato coi videogiochi, sono anche io così, però io ho un rapporto buono coi miei genitori, nel film non faccio che rispondere male. Nella vita reale capita in maniera più sporadica”.
A questo proposito aggiunge il regista: “Il mondo del videogioco è molto popolare tra i giovani che vi si rifugiano. Per noi serviva proiettare i genitori in mondi lontani dal loro, per recuperare i figli si devono immergere in una realtà che gli è distante. Il videogioco qui rappresenta, come i social, un’alternativa a una mancanza. Il mondo adulto non è interessato ai giovani, non li ascoltano e dunque loro si rifugiano in ciò che hanno a prima disposizione”.
E la conferenza chiude con una dichiarazione a sorpresa proprio di Giusti: “La mia seconda chance ha a che fare con un problema di salute grave che ho avuto, proprio mentre facevo il film. Non l’ho detto a nessuno, nemmno i miei agenti lo sapevano, ma oggi so che il problema non c’è più e per questo sono felicissimo”.
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