Quarant’anni esatti dalla sua comparsa al cinema Una Poltrona per due è ancora oggi il film di Natale per eccellenza. Nonostante la sua uscita americana fu estiva e non a cavallo delle feste (Trading places, titolo orginale, venne alla luce del grande schermo i primi di giugno del 1983), colpì subito l’immaginario del pubblico che ne avvertì il profondo spirito natalizio e la leggerezza comica di una sceneggiatura con un meccanismo semplice ma perfetto.
La commedia di John Landis esplose subito e ancor prima di diventare un cult, fu un successo di critica e di pubblico. Non solo fu il quarto film di maggior incasso dell’anno – con oltre 90 milioni di dollari, dietro a Flashdance, Voglia di tenerezza e Il ritorno dello Jedi – ma ricevette anche elogi da super critici molto esigenti come Roger Ebert e Rex Reed, che ravvisarono elementi del cinema di Frank Capra in questa pellicola leggera fino a un certo punto, capace come è di essere al contempo divertente e di dire qualcosa sulla natura umana.
Ci sono lunghi momenti del film in cui dimentichiamo che si tratta di una commedia e ci lasciamo coinvolgere dalla storia.
La trama è nota, anzi notissima: due fratelli tanto ricchi quanto annoiati (Ralph Bellamy e Don Ameche) scambiano la vita di un benestante finanziere alle loro dipendenze (Dan Aykroyd) con Valentine, un truffatore senzatetto (Eddie Murphy) solo per scommessa su una diatriba sociale antichissima: conta più l’ambiente o l’ereditarietà quando si tratta della fortuna e del destino di una persona?
Decenni dopo, Una poltrona per due è ancora esilarante ed efficace nella sua critica tagliente alla questione della classe e della razza in America e grazie alle leggendarie performance comiche di Murphy (molto prima che diventasse l’attore più strapagato di Hollywood) e Aykroyd (molto prima che si aprisse sulla sua fede negli alieni).
E soprattutto continua ad incollare milioni di spettatori di tutto il mondo alla tv durante il periodo natalizio e risulta essere uno dei dvd più venduti di sempre. Eppure chissà se tutti conoscono queste 8 succose curiosità su Una Poltrona per due.
Cominciamo!
In origine la storia era stata cucita su Richard Pryor e Gene Wilder e doveva intitolarsi: Bianco e nero.
Dopo il grande successo di Nessuno ci può fermare (che ha incassato più di 100 milioni di dollari nel 1980) il binomio Pryor – Wilder era un biglietto da visita molto appetibile. Sfortunatamente (o fortunatamente, a seconda di come la si vede), Pryor non fu in grado di girare il film e lo studio lo sostituì con Murphy e quest’ultimo fece rifare il casting, così anche Wilder uscì dal progetto. Il resto è storia.
Involontariamente, “Una poltrona per due” include alcune grandi scene di improvvisazione, perlopiù errori o scempiaggini che sono state mantenute nel montaggio finale solo perché erano dannatamente divertenti. Ad esempio, l’intera parte in cui l’accento e l’abbigliamento di Ophelia non combaciano sul treno è stata improvvisata perché Jamie Lee Curtis non era in grado di fare l’accento austriaco assegnato. Fortunatamente per noi, Landis ha mantenuto l’accento e la Curtis ha potuto mostrare le sue doti comiche, permettendole di uscire dallo stampo di scream-queen di “Halloween”.
Le nozze di Figaro di Mozart parla di “un giorno di follia”, in cui il caposervizio cospira per smascherare il suo datore di lavoro intrigante e a caccia di gonne. Non a caso, in Una poltrona per due ci sono alcune allusioni all’opera comica del XVIII secolo. Durante la sequenza di apertura del film, l’ouverture de Le nozze di Figaro suona mentre scandisce la routine mattutina dei cittadini di Philadelphia, terminando con Louis (Aykroyd) che si vede servire la colazione a letto. Mentre si reca al lavoro, Winthorpe fischietta “Se vuol ballare” (l’aria in cui Figaro dichiara “ribalterò tutte le macchinazioni”), preannunciando il finale del film in cui lui e Valentine (Murphy) ribalteranno i fratelli Duke.
Altra probabile fonte di ispirazione, il racconto di Mark Twain – La banconota da un milione di sterline – parla di due eccentrici fratelli milionari che regalano a un povero squattrinato una banconota da un milione di sterline, scommettendo sul fatto che la banconota non incassabile sia inutile o che il suo possesso migliori in qualche modo la vita dell’uomo. Due vecchietti che giocano con la vita di una persona sfortunata, vi suona familiare?
Tante le comparsate e gli omaggi con cui Landis infarcisce il film. John Belushi indossa un costume da gorilla alla festa di Capodanno sul treno, il duo comico Franken & Davis fa l’addetto ai bagagli, Kelly Curtis (sorella di Jamie Lee) interpreta “Muffy”, una delle ragazze del country club di Winthorpe, un John Landis in impermeabile e con la valigetta in mano sta vicino a Valentine dopo il suo rilascio dal carcere, il produttore esecutivo George Folsey, Jr. è il primo uomo a salutare Winthorpe alla Duke & Duke.
Anche il noto regista Frank Oz ha il suo cameo: nel ruolo dell’agente di polizia che controlla la proprietà di Winthorpe dopo il suo arresto è doppiamente significativo, poiché Oz ha avuto un cameo anche in “Blues Brothers” come agente di polizia che controlla Jake Blues (John Belushi) e gli restituisce la sua proprietà. Un altro riferimento divertente: il numero della cella di Winthorpe, 7474505B, è lo stesso di Jake Blues in “Blues Brothers”.
Nell’episodio Lunga sfiga alla regina della serie animata I Simpson, Bart e Lisa, allucinati da una overdose di zuccheri, incontrano due nobiluomini che scommettono, così come i due cinici imprenditori Randolph e Mortimer, un dollaro sulla sorte dei ragazzi.
Non solo incassi stellari come si è detto, ma anche riconoscimento della critica. E premi e nomination importanti per il film di Landis che stato candidato a 2 Golden Globe (Miglior film e Miglior attore in un film commedia per Eddie Murphy), due BAFTA (Miglior attore non protagonista a Denholm Elliott, Migliore attrice non protagonista a Jamie Lee Curtis) e nomination agli Oscar per la Migliore colonna sonora ad Elmer Bernstein.
Cinque anni dopo Una poltrona per due, quel mattacchione geniale di John Landis si diverte a mettere insieme di nuovo i due imprenditori diabolici ed Eddie Murphy, stavolta capovolgendo i ruoli. Ne Il principe cerca moglie del 1988, il personaggio interpretato da Eddie Murphy incontra Randolph e Mortimer Duke, ora costretti a vivere per le strade come barboni.
Da diversi anni ormai, grazie anche al contributo delle piattaforme, il periodo dedicato ai film natalizi si è esteso dal finire di novembre fino alla festa della Befana. Nessun cinepanettone classico (a parte il ritorno di Vacanze di Natale) ma comunque tanta offerta tra sala e piattaforme
È perché il Natale è così intriso di tradizioni e nostalgia che ci si ritrova a scegliere gli stessi titoli anno dopo anno. Spesso, si torna ai gioielli della propria infanzia, ma esistono anche tante nuove opere da scoprire