Presto in tutte le librerie specializzate la monografia Il sogno del minotauro – Il cinema di Terrence Malick di Arianna Pagliara, pubblicata da Historica Edizioni, nella collana cinema diretta da Fabio Zanello. Il libro ripercorre la carriera del regista americano dal folgorante esordio con La rabbia giovane, all’inizio degli anni ’70, fino a To the Wonder, dolente meditazione sull’amore. Con soli sei film nell’arco di quasi quarant’anni, Malick ha dato vita a un universo cinematografico estremamente potente e raffinato dal punto di vista visivo, pregno di significati e teso, sempre di più, a un’indagine che trascende il particolare per avvicinarsi all’universale. Nelle sue narrazioni sospese e silenziose gli archetipi del nostro immaginario prendono forma e le domande inesauribili del nostro pensiero trovano spazio. La natura edenica e al contempo indifferente al dolore umano, la violenza e la distruzione della guerra da un lato e la creazione della vita dall’altro: i film di Malick si interrogano costantemente su tutto questo, e lo fanno con immagini che colpiscono per la loro abbagliante limpidezza.
Come scrive Bruno Torri nella prefazione del volume: “Un cinema continuamente sconfinante, marcatamente originale, molto complesso e molto problematico, dotato della feconda ambiguità propria dell’espressione artistica risolta compiutamente. Un cinema che richiede, in virtù di queste sue intrinseche qualità, un approccio multiplo e un lavoro esegetico, per così dire, interminabile.”
Ruocco è scrittore, giornalista, attore, documentarista, organizzatore di eventi. Dal 2012 fa parte dello staff organizzativo del Fantafestival e dal 2020 è parte del comitato editoriale di Heroes International Film Festival
Raccontare il cinema italiano attraverso le voci dei produttori. E’ l’idea che guida “Champagne e cambiali”, il volume di Domenico Monetti e Luca Pallanch, uscito in questi giorni in libreria con Minimum Fax in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia
L'autore Gianfranco Tomei insegna Psicologia Generale, Sociale e della Comunicazione presso la Sapienza di Roma. E' esperto di linguaggi audiovisivi e multimedialità e autore di romanzi, cortometraggi e documentari
Il termine ‘audiodescrizione’ non è ancora registrato nei vocabolari e nelle enciclopedie. Nell’editor di testo di un computer viene sottolineato in rosso, come un errore. Una parola che non esiste, un mare inesplorato. Di questo e di tanto altro si è parlato alla presentazione del libro di Laura Giordani e Valerio Ailo Baronti dal titolo “Audiodescrizione. Il Signore degli Anelli. La compagnia dell’AD” (edito da Hoppy) che si è tenuta ieri alla Casa del Cinema di Roma