“Le occasioni per rivedere
Un’ora sola ti vorrei in questi anni non sono mai mancate – racconta la Marazzi – spesso mi viene chiesto di presentarlo e di discuterne, perché è un film stratificato che è stato oggetto di studio anche in sede accademica. Devo dire che saperlo nuovamente a Locarno dopo tanti anni mi ha emozionata non poco. Proprio qui infatti il film ha iniziato il suo percorso passando dall’essere un lavoro intimo, fatto per me, per ricostruire una parte della mia memoria familiare, a qualcosa da poter condividere anche con altri. Locarno è stata la prima occasione di mostrare questo film in pubblico: qui ho capito che forse avevo fatto un buon lavoro, apprezzato dai critici e dagli spettatori. Ricordo ancora con emozione le lunghe code davanti alla sala in cui si replicava il film. Sono felice che Carlo Chatrian abbia scelto di riproporlo. È la dimostrazione dell’attenzione che questo festival da sempre riserva ai documentari e ai film fuori formato”.
Il regista cinese si porta a casa il prestigioso riconoscimento con il suo Mrs. Fang, documentario sulla morte di un’anziana malata di Alzheimer. Miglior attrice Isabelle Huppert. Premio speciale della giuria a As Boas Maneiras di Juliana Rojas e Marco Dutra, mentre il Pardo per la miglior regia è stato vinto da F.J. Ossang per 9 Doigts
È il primo lungometraggio di finzione di Germano Maccioni, Gli asteroidi, l'unico italiano in concorso a Locarno, prodotto da Articolture, Ocean Productions e RAI Cinema, sarà distribuito in sala dall’Istituto Luce Cinecittà
Nella sezione competitiva Cineasti del Presente c’è anche il film di Riccardo Palladino Il monte delle formiche. Un documentario filosofico sul senso della vita, raccontato attraverso il volo che ogni anno sciami di insetti compiono per accoppiarsi e poi morire
Anche quest'anno la retrospettiva del Festival di Locarno ha procurato ai cinefili scoperte ed emozioni. Roberto Turigliatto e Rinaldo Censi, i due curatori, hanno proposto uno dei nomi più amati dai cinefili, Jacques Tourneur, mobilitando attorno a lui i nomi più esclusivi della critica internazionale, da Jean Douchet a Pierre Rissient, da Charles Tesson a Chris Fujiwara