“Era nato per stare in bici e per tirarlo giù dovevi solo ammazzarlo”. A 16 anni dalla scomparsa di Marco Pantani, un film riapre il caso giudiziario mai risolto. Il noir d’inchiesta, che si muove tra fiction – dichiarata fin dall’inizio la rilettura libera di alcuni personaggi – e precisi documenti per ricostruire la vicenda del campione romagnolo e soprattutto le circostanze, tuttora oscure, della sua morte. L’ultima mezz’ora del thriller rimette tutto in discussione, un elemento dopo l’altro, con le prove inquinate e le omissioni da parte della scientifica.
Sono tre le fasi della vita raccontate, e tre i diversi interpreti. Marco Pantani a Madonna di Campiglio nel 1999 (Brenno Placido) all’apice della sua carriera sportiva, è vittima di una provetta manipolata e della criminalità organizzata, con quel valore sballato dell’ematocrito che lo bolla come dopato. Quindi Marco Pantani a Rimini, cinque anni dopo (Fabrizio Rongione), disteso a terra, a petto nudo, nel residence dove abitava, il giorno di San Valentino. Accanto al cadavere del trentaquattrenne ex campione, un bolo di cocaina, forse messo lì apposta per suggerire un’overdose voluta: ma tanti dettagli non quadrano, per esempio quella stanza messa a soqquadro, come in un delirio da stupefacenti, ma dove televisore, specchio e forno a microonde sono in perfetto stato, appoggiati a terra con cura, quasi un disordine scenografato. Nel mezzo c’è il Pantani intimo, nella sua Cesenatico (Marco Palvetti), il rapporto con la madre e con la fidanzata, con l’amico di sempre.
Un classico schema di ascesa e caduta, dal mito alla (auto?) distruzione, ma scandito da continui salti temporali back e forward, e con al centro nevralgico l’indagine dell’avvocato Antonio De Rensis (Francesco Pannofino) alle prese con i faldoni, i VHS (anche la famosa intervista a Gianni Minà), i servizi televisivi di giornalisti spesso ostili, i verbali della polizia, i testimoni non ascoltati, i dubbi. E la mamma Tonina, in conferenza stampa, fa appello alla magistratura per far luce.
Parte della vicenda è nota. Il 5 giugno 1999, a seguito di un controllo antidoping nell’Hotel Touring di Madonna di Campiglio, Marco Pantani viene escluso dal Giro d’Italia che stava per vincere, gli mancava una sola tappa. Il “Pirata” giura di essere pulito, ma si ritira in attesa di poter dare battaglia, però cade in depressione, non regge l’infamia, non accetta compromessi, comincia a fare uso di cocaina. Muore solo e dannato, circondato da malavitosi che gli spillano denaro, giri di prostituzione. Passeranno quindici anni prima che una procura italiana accolga le prove di un coinvolgimento della criminalità organizzata dietro il sabotaggio delle sue analisi, mentre l’inchiesta sulla sua morte viene chiusa in soli 55 giorni.
“Il caso Pantani – spiega il regista Domenico Ciolfi – è un noir contemporaneo, un thriller, un film d’inchiesta, un dramma interiore che svela le contraddizioni e l’ipocrisia della società contemporanea. Si tratta forse del film più documentato scritto sulla figura del Pirata durante gli ultimi anni. La storia di Pantani è un racconto che si snoda lungo la cronaca del nostro paese tra interessi economici, criminalità organizzata, traffico di stupefacenti, scommesse clandestine, leggende della malavita. Il racconto è diviso in tre atti, corrispondenti a tre momenti della vita del campione e dell’uomo Marco Pantani. Ho scelto un linguaggio visivo che lasci trasparire le diverse chiavi di lettura del personaggio con la scelta dei formati di ripresa, delle ottiche e delle scenografie in collaborazione con Agostino Castiglioni e Tonino Zera”.
Ciolfi parla di cinque anni di ricerche: “Abbiamo raccolto testimonianze, confidenze, documenti giudiziari incontrando i protagonisti. Portando alla luce nuove prove e una nuova verità. Marco Pantani è stato ucciso due volte: a Madonna di Campiglio, vittima di una provetta manipolata e dalla criminalità organizzata e a Rimini”.
Il caso Pantani L’omicidio di un campione sarà in sala come evento speciale il 12, 13, 14 ottobre con Koch Media. Nel cast anche Libero De Rienzo, Gianfelice Imparato, Emanuela Rossi, Giobbe Covatta.
Evento speciale dedicato al doc presentato alla Festa del Cinema di Roma, La valanga azzurra, produzione Fandango e Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Documentari
Il film sarà proiettato il 27 novembre alle ore 21.00
La proiezione si è svolta al MoMA. In sala, tra gli ospiti d’eccezione, i membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences e i Golden Globe Voters
Domani, martedì 26 novembre, alle ore 21, il Cinema Greenwich ospiterà la proiezione del film di Yuri Ancarani, nell'ambito della rassegna Solo di martedì