UMBERTO MARINO


Momo Natale 2001: il mercato cinematografico ha segnalato con evidenza il flop delle pellicole destinate ai bambini, tranne Harry Potter. Tre i fallimenti: purtroppo i due italiani, Momo di Enzo D’Alò e Aida degli alberi di Guido Manuli e il disneyano Atlantis. Andiamo a chiedere allo sceneggiatore delle due pellicole italiane le ragioni dell’insuccesso.

Come mai questo fallimento al botteghino?
I motivi sono sostanzialmente due: uno di ordine economico, l’altro più propriamente culturale. Il fatturato medio natalizio dei film per bambini ammonta a 70 miliardi di lire (40 milioni e 284 mila Euro, ndr). Ora 40 miliardi se li è presi Harry Potter, 21 miliardi di lire (10 milioni e 846 mila Euro, ndr) Merry Christmas e 9 miliardi Tomb Raider. Il totale è presto fatto, a Momo e Aida degli alberi restano gli spiccioli. Non immagino cosa poteva accadere se fosse uscito in contemporanea anche Il signore degli anelli.

Insomma i bambini a Natale sono andati a vedere il film di Neri Parenti?
Sì e qui si svela il problema culturale. In Italia non esiste una sensibilità specifica per i bambini. Le dirò una cosa, i miei bambini una volta tornati a scuola hanno cominciato a parlare di Merry Christmas. Che cosa significa? Che in classe i compagni parlano di quel film, nonostante i miei figli frequentino una scuola d’elite. L’unica considerazione da fare è che il livello culturale della borghesia italiana si sintonizza bene con i film di Neri Parenti. A questo aggiunga che la televisione durante il periodo delle feste ha mandato in onda moltissimi cartoni animati. Dunque i bambini sono andati al cinema per vedere altro dal disegno animato.

Momo Ed “Harry Potter”?
E’ stato il “must” di Natale. Tutti i bambini dovevano andare a vedere questa fiaba superomistica sul piccolo mago.

Cosa intende dire?
Harry Potter non è certo una fiaba romantico-democratica. Harry Potter è il predestinato, ha dei superpoteri. Poi ci sono i “babbani”, la gente comune, dei quali il piccolo mago si prende gioco. Dunque si aggiunge anche l’irrisione dell’uomo normale. Il successo di Harry Potter fa riflettere perché vuol dire che in questo momento storico il riconoscimento immediato avviene con il super dotato, non con il “Quasimodo”, l’inadatto.

E un personaggio come “Shrek” dove lo mette?
Si tratta di un film particolare. Il film è un metatesto di un racconto di Tieck, un narratore tedesco dell’800, poi un metatesto disneyano, c’è l’elemento trasgressivo del buonismo tipico dei film di Walt Disney. Non lo prenderei come termine di paragone.

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08 Gennaio 2002

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