Tutti pazzi per il reality dei disperati

Esce il 4 ottobre in 250 copie con Medusa All’ultima spiaggia di Gianluca Ansanelli, commedia corale nella quale la tv è di nuovo vista come la Mecca. Nel film in quattro episodi, con, fra gli altri, Paola Minaccioni, Dario Bandiera, Nicole Grimaudo, Ivano Marescotti, Antonio Giuliani e molti comici popolari grazie alla tv, da Giuseppe Giacobazzi a Pablo & Pedro, da Sergio Sgrilli a Carmine Faraco, i protagonisti sono aspiranti partecipanti a un reality per trovare il più disperato d’Italia. “L’assonanza fra cinema e televisione è antica – spiega Ansanelli, qui all’opera prima, ma già attore e autore teatrale e televisivo, fra gli altri, di Stracult e Distretto di polizia. Mi sono chiesto spesso se fosse nato prima il Truman show o il Grande Fratello. Si vede che i tempi erano maturi per rappresentare chi viene spiato. D’altronde il reality è il solo genere televisivo che non viene da altri media”.

Nessun punto in comune con Reality se non questa breve sovrapposizione. “Sono molto diversi per stile e per tono”. Conferma la diversità fra i film Paola Minaccioni, che ha recitato in entrambi: “Garrone racconta un uomo con una deviata percezione della realtà, qui invece il reality è lo spunto per raccontare, in commedia, varie disperazioni”.

L’attrice nel film è l’aspirante concorrente Ramona, compagna di Ester (Nicole Grimaudo), ex ragazza di Riccardo (Dario Bandiera), a cui le due donne chiedono di ‘aiutarle’ ad avere un bambino. In fila per il reality c’è anche Paolo (Giuseppe Giacobazzi), guardia giurata, che per finanziare una sua invenzione organizza con due rapinatori da strapazzo un colpo in banca. Sognano la tv anche Antonio, che scopre di aver sposato una ex attrice porno (Aurora Cossio) e Fabio (Ivano Marescotti), imprenditore del Nord la cui vita cambia quando in ospedale incontra Carmine (Carmine Faraco), napoletano pieno di risorse. “Ho trovato la storia interessante, come spesso mi capita quando gli autori trattano temi importanti con toni lievi e li ambientano in contesti ipermoderni – sottolinea Paola Minaccioni. In questo caso si parla della voglia di diventare genitori in una coppia gay attraverso la fecondazione. Un diritto che si può esercitare solo andando all’estero”.