TORINO – Cosa è la famiglia? Dito Montiel ha le idee abbastanza chiare in merito: “La famiglia non la puoi scegliere. È quella che è, anche io ne ho avuta una abbastanza complicata. Non devi amarla, ma sei costretto a farlo”. Una visione del mondo che viene messa in scena con lucida ironia nella brillante dark comedy Riff Raff, presentata fuori concorso al 42° Torino Film Festival.
DJ è un ragazzo sensibile e intelligente, ma, nonostante sia prossimo a partire per il college, non sembra pronto ad affrontare il mondo da solo. Mentre si prepara a trascorrere il capodanno nella baita di famiglia con la madre Sandy e il patrigno Vincent (Ed Harris), il suo fratellastro Rocco arriva all’improvviso, con lui la sua compagna Marina, incinta, e sua madre Ruth (Jennifer Coolidge), svenuta. Qualcuno di terribile li sta inseguendo: viene direttamente dal passato di violenza di Vincent e ha il volto di Bill Murray.
“Il film è stato scritto da John Pollone come un dramma teatrale da camera chiusa. Era così ben scritto che ho pensato che potesse essere un bel film, anche se un po’ strambo e fuori di testa. – dichiara Montiel – Ci abbiamo lavorato tanto e fortunatamente siamo riusciti ad avere un cast così bello. Sono tutte persone abbastanza pazze. Mentre leggevo la sceneggiatura guardavo The White Lotus, ho visto Jennifer Coolidge e ho subito pensato che sarebbe stata perfetta per Ruth. È stata la prima a salire a bordo. Ed Harris era il mio mentore in un laboratorio simile a quelli che avete qui a Torino. Gli ho detto che stavo facendo un film con Jennifer e fortunatamente ha detto sì. Abbiamo aggiunto un pezzo all’altro”.
Il cast eccezionale di Riff Raff – che alle star Ed Harris, Bill Murray e Jennifer Coolidge aggiunge nomi come Gabrielle Union, Pete Davidson, Lewis Pullman, la nostra Emanuela Postacchini e la giovane rivelazione Miles J. Harvey – è solo la ciliegina di una torta che il regista di Guida per riconoscere i tuoi santi ha saputo comporre con un equilibrio solidissimo. Cruciale in tal senso è la sua struttura narrativa frammentata ricca di flashback, che fuggono continuamente dalla baita dove si svolge la maggior parte della vicenda, per ricostruire il passato remoto e recente di tutti i protagonisti. A partire da Vincent, un padre apparentemente normale e amorevole, che nasconde un segreto terribile, per arrivare allo spietato Leftie, un assassino professionista per cui l’omicidio è una “soluzione de facto” per la maggior parte dei problemi.
Un umorismo a tratti irresistibile si fonde a una tensione da gangster movie, che ci porterà più di una volta a temere per l’incolumità dei nostri protagonisti. “È divertente perché hai grandi attori, diventa più facile. – rivela il regista – Non volevo che fosse divertente, penso che lo sia, ma non era quello l’obiettivo. L’unica cosa che volevo è che fosse reale. Volevo che tutti i personaggi non fossero caratterizzati come dei cartoni animati, sono persone reali. Amo questi personaggi, ma ho cercato di renderli il più realistici possibile”.
Se la tensione drammaturgica di Riff Raff è così efficace, in effetti, è grazie alla cura con cui sono stati costruiti i personaggi, capaci di regalare sinceri momenti di tenerezza e umanità, al netto del contesto cruento che si sono costruiti più o meno volontariamente attorno. In questo quadro, il personaggio di DJ spicca tra tutti gli altri. Un nerd vergine e ingenuo che incarna l’antitesi del male in cui si trova suo malgrado invischiato: “Sapevo che Ruth era una grande parte del film, ma sapevo anche che se DJ non avesse funzionato, il film non avrebbe funzionato. – afferma Montiel – Fortunatamente Myles ha fatto una grande audizione che mi ha fatto capire che era lui quello giusto. È un personaggio troppo intelligente per me, non capisco neanche quello che dice, ma sapevo che dovevamo amarlo. È così buffo: chiede che cosa succede. Ma nessuno gli risponde. Mai. Sembra me stesso quando leggevo la sceneggiatura e dicevo: wow, che cosa sta succedendo? Credo che sia l’unico personaggio puro in quella famiglia, anche se non so per quanto durerà. È una famiglia difficile. Era fondamentale che qualcuno rappresentasse quella purezza”.
Riff Raff ci regala un ritratto umano e sfaccettato di una famiglia disfunzionale, in cui l’amore appare come l’unica, flebile, fiamma di speranza. Una famiglia in cui troviamo anche un po’ d’Italia, grazie al personaggio interpretato da Emanuela Postacchini. “Inizialmente doveva essere un personaggio francese. – racconta Montiel – Emanuela sa parlare anche francese, ma appena ho capito che era italiana ho deciso che sarebbe stato meglio così”. Questa felice contaminazione con l’Italia non sarà l’ultima per il regista statunitense, che dopo il buon riscontro di Riff Raff prima a Toronto e poi a Torino, è pronto al suo prossimo progetto: “Sto scrivendo qualcosa al momento, ma il mio prossimo film sarà girato a Roma e in un piccolo paese in Calabria. È la prima volta che giro in Italia e sfortunatamente il mio italiano è ancora molto brutto. Sarei più che felice di portarlo qui a Torino”. Se sarà un film divertente ed emozionate come Riff Raff, non possiamo che augurarcelo anche noi.
Il Sottosegretario alla Cultura si è complimentata con i vincitori del 42° Torino Film Festival
I premi principali del 42° Torino Film Festival sono andati a tre film che parlano di maternità: oltre all'opera del regista belga Wannes Destoop, sono stati premiati il tedesco Vena e il tunisino L'aiguille
Waltzing with Brando, scritto e diretto da Bill Fishman, è il film di chiusura del TFF42, che lo ospita in anteprima mondiale, alla presenza del protagonista e del suo regista: “Per Ultimo tango a Parigi volevamo rendere onore a Vittorio Storaro e Bernardo Bertolucci”
Il dramma diretto da Abdelhaimid Bouchnack è incentrato sulle conseguenze della nascita di un bambino intersessuale in una famiglia tunisina. Al corto italiano Due Sorelle il Premio Rai Cinema Channel