Tullio Solenghi: “L’idea di Angelo Pintus simile al film mai fatto col Trio”

‘Dove osano le cicogne’, regia di Fausto Brizzi, nasce da un soggetto del comico: nel nome della tradizione della Commedia all’italiana, lo spunto è quello della maternità surrogata, per raccontare un più ampio concetto di “famiglia” possibile; in sala dal 1 gennaio 2025


“Solo un comico può raccontare cose serie”, questo il pensiero di Angelo Pintus sul “perché” affrontare, in commedia, un tema come quello della maternità surrogata, che non è il soggetto del film Dove osano le cicogne, ma uno spunto per raccontare un più ampio concetto di “famiglia” possibile.

È di Pintus l’idea del soggetto, mentre regista del film è Fausto Brizzi che parla di “tradizione della Commedia all’italiana, capace da lungo tempo di affrontare temi importanti con leggerezza. L’obiettivo è scatenare risate, poi, se qualcuno si troverà a riflettere, è proprio questo lo spirito della Commedia che parla d’attualità”.

Il maestro elementare Angelo Pintus e sua moglie Marta (Marta Zoboli), psichiatra, desiderano moltissimo un bambino: le hanno provate tutte, o quasi… finché da Milano – dove s’ambienta il cuore del film – non volano a Barcellona, città in cui nel frattempo assistiamo all’arresto di una banda di criminali… di tutti i membri, tranne uno. Il viaggio spagnolo succede su suggerimento del loro carissimo amico Andrea (Andrea Perroni), infermiere orgogliosamente romano nel capoluogo milanese, che li manda a incontrare un luminare della fecondazione assistita. Il dottore, accertata la percentuale bassissima per cui Marta potrebbe intraprendere la gravidanza, offre loro un’altra possibilità: la maternità surrogata, “reato universale” concordano tutti loro, ma… il desiderio del bambino è tale e l’incontro con la possibile mamma è così delizioso che… Angelo e Marta dicono sì, e – su insistenza del medico – Luce (Beatrice Arnera), la mamma prescelta, è assolutamente opportuno trascorra il periodo dei nove mesi prossimi con loro, che abitano sui Navigli, che non hanno una stanza per gli ospiti, e una coppia di genitori – quelli di lei – piuttosto presente, in particolare lo zelante papà Colonnello in pensione (Tullio Solenghi), che fa coppia sullo schermo con Imma Piro.

“Quando Angelo mi ha offerto il film mi ha raccontato una storia molto simile a quella del film che non abbiamo mai fatto col Trio (Lopez, Marchesini e Solenghi) e che, tra l’altro, s’intitolava La cicogna strabica; l’ho interpretato come un karma. Pintus è stato una sorpresa, non è scontato e naturale che uno che fa one man show sappia recitare e invece lui è credibile, che è una qualità generale di questo film: una situazione reale, d’attualità” per l’attore genovese.

Pintus raccoglie anche il consenso esplicito di Brizzi, per cui “la sorpresa per gli spettatori sarà proprio Angelo che, inoltre, mi ha spinto ad avere una compagnia, come a teatro. Angelo mi ha raccontato una storia, l’idea appunto è sua, come lo è quella di aver intorno un cast di attori comici, o almeno brillanti: un’anomalia nel nostro cinema, quella che un capo comico decida di dividere la scena con altri attori brillanti. Il casting l’abbiamo fatto insieme, per alcuni la parte è proprio stata scritta apposta”.

Felicissima di essere “finalmente” stata scelta per interpretare un film è l’attrice comica Marta Zoboli che ammette, alla proposta, di aver pensato: “finalmente qualcuno mi fa fare un film! Quando fai la comica c’è sempre quel qualcosa per cui sembra un po’ tu debba farlo per portare a casa due soldi: mi piace far ridere, ma ho studiato anche per fare l’attrice; questa è una delle poche volte in cui sono stata diretta, mi sono fidata da subito di Fausto. Poi, Angelo è stato di una generosità incredibile, dando la possibilità di esprimerci come sentivamo: lo adoro, mentre prima lo conoscevo poco; la sua è una comicità diversa, sa lavorare tantissimo sulle reazioni, in lui strepitose. In generale, io ho vissuto il film come se parlasse di famiglia”.

E, come le fa eco Beatrice Arnera, “non è detto che affrontare una cosa con leggerezza significhi affrontarla con superficialità: nel film si parla di rapporti umani, e la maternità surrogata è un condimento del tutto; sul tema specifico, io, da madre, sono divisa a metà: ciascuno può decidere del proprio corpo ma sarebbero giuste delle regole, anche morali”.

Per Antonio Catania, pensando al suo preside sul grande schermo, ma non solo, nel film “nessuno è come sembra, come il mio personaggio che, sotto la serietà, nasconde la voglia di giocare” e, infatti, nessuno è come sembra, soprattutto Luce, ma anche lo spassoso personaggio di Maria Amelia Monti per cui la sua è “una dula naturista ma anche molto attaccata ai soldi, ha in sé questa contraddizione. Il mio è un piccolo ruolo in cui mi sono molto divertita, mi sono ispirata alla parlata di mia sorella”.

E se l’attrice milanese s’è ispirata a qualcuno davvero di famiglia, questo senso affettivo è tale per Andrea Perroni verso Pintus che, come racconta, “conosco da circa 20 anni e abbiamo condiviso insieme esperienze indimenticabili, come gli spettacolini fatti nei locali i per 50 euro, per il piacere di farli. Nel film, non ho capito se io davvero abbia recitato o no, perché quello sullo schermo è il nostro vero rapporto nella vita, con la fortuna di potergli però dare una bastonata… Per la libertà sul set, di proporre e inventare all’istante, ringrazio davvero Fausto”.

Dove osano le cicogne, prodotto da Attilio De Razza e Nicola Picone, esce in sala dal 1 gennaio 2025, con alcune proiezioni speciali sin dalla serata del 31 dicembre.

 

 

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17 Dicembre 2024

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