Nel 1982 il film Tron, prodotto dalla Disney, diretto da Steven Lisberger e interpretato da un imberbe Jeff Bridges, rivoluzionò il concetto di fantascienza anticipando di almeno dieci anni il tema, poi gettonatissimo, della realtà virtuale. Ambientata fisicamente all’interno di un videogioco, la pellicola fu una delle prime a fare un uso massiccio di computer graphic, conquistando nel corso del tempo una vera e propria legione di appassionati. Arriva oggi, a quasi trent’anni dall’originale, il sequel, Tron: Legacy, di cui vengono presentati in anteprima venti minuti al Festival Internazionale del Film di Roma, nella sezione Alice nella città .
Venti minuti in grado di elettrizzare la platea – mentre fuori dall’Auditorium iniziava a prendere forma l’accesa protesta contro i tagli allo spettacolo e il mancato rinnovo delle agevolazioni fiscali – grazie a un saggio equilibrio tra “amarcord” e modernità e a un uso intelligente dell’immancabile stereoscopia, che non si limita a spettacolarizzare l’azione ma si rende parte integrante della narrazione, entrando in ballo quando il protagonista, figlio dell’eroe del primo episodio disperso nella rete, viene catapultato nel mondo virtuale fatto di luci elettriche e percorsi che ricordano i circuiti di una macchina.
L’uscita del film, diretto dall’esordiente Joseph Kosinski, è prevista per dicembre, con distribuzione italiana il 12 gennaio 2011. Il regista dell’originale, Lisberger, torna in veste di produttore, così come Jeff Bridges che stavolta sembra assumere un ruolo da comprimario, a favore di Garrett Hedlund, che interpreta suo figlio.
Per convincere la Disney a farsi affidare l’opera, Kosinski ha sviluppato appositamente un breve filmato in Disney Digital 3D e IMAX 3D sul film, intitolato provvisoriamente TR2N, che è stato poi presentato come un trailer preliminare all’edizione 2008 del Comic-Con di San Diego.
La colonna sonora è stata composta dal duo francese Daft Punk, specializzato in musica elettronica, che oltre a comparire in un cameo nell’anteprima offerta al festival, presenziano “virtualmente” sul red carpet, allestito con scenografie ispirate alla loro musica e colorato dalle note dei loro pezzi.
Pur essendo il secondo episodio cinematografico dedicato al mondo di Tron, Legacy non è tecnicamente il suo primo sequel. Nel 2003 venne infatti prodotto un videogioco intitolato Tron 2.0, ambientato vent’anni dopo le vicende narrate nella pellicola originale. D’altro canto, non c’è film più adatto di Tron a essere trasposto in versione videoludica, dato che alcune sue sequenze si basano proprio su sfide di abilità tipiche dei videogame degli anni ’80.
Per cavalcare il successo del primo film, già nell’82 vennero prodotti ben due giochi: uno omonimo, destinato alle sale e ai bar, e l’altro, chiamato Tron:Deadly Discs, per la console all’epoca più in voga, la storica Intellivision. Il primo riproduceva in sostanza il gioco di corse in cui viene catapultato il protagonista del film, mentre il secondo si basava sulla sequenza della lotta con i frisbee.
Il termine “Tron” identifica un comando del linguaggio BASIC, contrazione dei termini “TRace ON”, impiegato per la ricerca di errori nelle linee di un programma. L’effetto del comando è di mostrare a schermo, in tempo reale, le linee di codice mandate in esecuzione, permettendo di tenerne traccia. Il regista Lisberger affermò tuttavia di non essere a conoscenza di tale istruzione, e che il titolo Tron era più semplicemente derivato dalla contrazione di “elecTRONics”.
All’animazione del film degli anni ’80 partecipò anche un allora sconosciuto Tim Burton.
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