Triangolo pericoloso per Nicole Garcia

Dopo Mal di pietre (2016), un altro triangolo amoroso per Nicole Garcia, che apre il concorso di Venezia 77 con Amants, protagonisti Stacy Martin, Pierre Niney e Benoit Magimel


VENEZIA – Dopo Mal di pietre (in concorso a Cannes 2016), un altro triangolo amoroso per Nicole Garcia, che apre il concorso di Venezia 77 in una mattina tutta al femminile – l’altro titolo è il ben più duro Quo vadis Aida? di Jasmila Zbanic. Amants nasce da una sceneggiatura scritta a quattro mani dall’attrice e regista francese con lo sceneggiatore e suo fidato collaboratore Jacques Fieschi. E’ la storia di Lisa (Stacy Martin, rivelata da Nymphomaniac di Lars Von Trier e vista anche ne Il racconto dei racconti di Matteo Garrone), una ragazza apparentemente fragile legata da un rapporto simbiotico al coetaneo Simon (Pierre Niney). Nella prima scena li vediamo abbracciati a letto, talmente avvinti da sembrare un corpo solo. Lisa, figlia di un militare di carriera, viene da un ambiente modesto e frequenta una scuola alberghiera, mentre Simon spaccia droga nei quartieri alti. Dopo che un amico muore di overdose alla loro presenza, la coppia si sgretola, il giovane scappa da Parigi lasciandosi dietro l’inconsolabile compagna. La ritroviamo tre anni dopo nelle Indie occidentali in vacanza con un marito più attempato e molto ricco (Benoît Magimel), un assicuratore d’alto bordo protettivo, quasi paterno, ma anche capace di gestire con freddezza soldi e potere. Un matrimonio forse d’interesse forse no che vacillerà pericolosamente con il ritorno in scena dell’antico amante: lui, dalla spiaggia esotica dove i due giovani si sono ritrovati per caso, arriverà fino a Ginevra, residenza della coppia. I tre finiscono anche per incontrarsi e scatta una caccia al gatto col topo in cui non è mai chiaro chi sarà la vittima e chi il più forte e determinato tra i tre. Ma è evidente che qualcuno dovrà soccombere. 

“A differenza di Mal di pietre – spiega la regista – questa è una storia contemporanea, ambientata nella periferia parigina, nell’oceano e a Ginevra. Ancora una volta vediamo una donna che esita tra due uomini e qui c’è anche un’intenzione omicida”. Anche il film esita inizialmente tra due strade, il noir e il mélo, propendendo infine per la prima, e lasciando sempre intendere che qualcosa di irreversibile possa accadere in stile Il postino suona sempre due volte. “Mi piace il sentimento di minaccia che circola qui, forse è il riflesso delle mie paure – dice Nicole Garcia – e delle mie angosce, che così sublimo. Nella storia che Fieschi mia aveva proposto c’erano tutti gli elementi del noir, un genere che amo molto e che considero espressione moderna dello spirito della tragedia antica”. Personaggio tragico per eccellenza è Simon. “Come quando recito in teatro – ha aggiunto Niney – avevo la sensazione di essere spinto da una mano misteriosa verso un destino ineluttabile”. Stacy Martin sottolinea invece l’ambivalenza di Lisa: “I film di Nicole hanno qualcosa di speciale, in questa sceneggiatura c’era molto mistero e la regista ha la forza di cambiare continuamente, di spingersi sempre oltre il limite”. Infine Magimel spende una parola sulla rappresentazione del maschile: “Il mio è un personaggio forte, quasi brutale, ma anche mosso da un amore assoluto, un personaggio che fa pensare a certi ruoli di Michel Piccoli”.   

Nicole Garcia si è messa in luce a Venezia con Place Vendome, che regalò la Coppa Volpi alla protagonista Catherine Deneuve nel 1998, mentre nel 2018 è stata in giuria sempre qui alla Mostra. Sulla cospicua presenza di registe nel concorso 2020 ha una sua opinione: “Chissà se c’entra la pandemia. Mi piace pensare che sia un fatto naturale perché la cosa più antifemminista del mondo è parlare di un cinema delle donne. Le registe in Europa ci sono da almeno venti anni e ormai hanno attraversato la frontiera della visibilità”.    

03 Settembre 2020

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