Sarà l’Islanda noti il Paese ospite protagonista della Sezione “Destinazione…” della 65a edizione del Trento Film Festival che si svolgerà dal 27 aprile al 7 maggio. “L’asse dell’intera programmazione cinematografica dedicata all’Islanda – spiega Sergio Fant, responsabile della selezione cinematografica – sarà il rapporto tra gli islandesi e la loro terra, con la natura, gli animali, soprattutto con la tradizione secolare degli allevamenti, ma si parlerà anche delle battaglie a difesa dell’ambiente contro l’abuso dello sfruttamento delle risorse naturali, delle conseguenze sociali dovute alla crisi finanziaria e delle rapide trasformazioni dell’industria ittica, i cui interessi mettono a rischio un intero stile di vita e organizzazione sociale tradizionalmente basati sulla pesca”.
Asse dell’intera programmazione sarà inevitabilmente il rapporto tra gli islandesi e la loro terra, a cui sono dedicati 4 titoli in particolare: Glacier Man di Kári G. Schram, sulla figura di un pastore-poeta che con il suo stile di vita e i suoi versi ha saputo celebrare lo spirito e la natura del paese; The More You Know di Karna Sigurðardóttir, raccolta delle impressioni di un designer straniero alla ricerca di ispirazione e materiali in Islanda; Horizon di Bergur Bernburg e Fridrik Thor Fridriksson con Viggo Mortensen, ritratto del pittore Georg Gudni Hauksson, uno degli interpreti più ispirati del paesaggio islandese nell’arte contemporanea; e ancora di Fridrik Thór Fridriksson è The Ring Road, film di culto realizzato negli anni ‘80 che, nella durata di un lungometraggio, comprime il percorso lungo l’intero perimetro dell’isola.
Il legame con la natura si coniuga in Islanda anche attraverso gli animali, altra presenza costante nel paesaggio e nella società islandesi, sia attraverso la tradizione secolare dell’allevamento come raccontato in A Thousands Autumns di Bob Krist, come nella convivenza e nei legami affettivi tra uomo e animale celebrati da Grace of God di Kristján Loðmfjörð.
Una natura così straordinaria è però anche un patrimonio ancor più prezioso da difendere, in particolar modo dall’abuso delle risorse naturali: The Laxá Farmers di Grímur Hákonarson rievoca la prima battaglia ambientalista del paese; High Voltage di Ólafur Rögnvaldsson aggiorna quell’esperienza seguendo il confronto pluriennale tra una comunità e l’azienda energetica che vuole disseminare la loro valle di giganteschi tralicci; The Atom Station di Nick Jordan raccoglie tracce della lunga e invasiva presenza militare americana sull’isola.
Due film affrontano la difficile fase recente in cui nuove forze e interessi hanno rotto l’equilibrio vitale su cui si erano basati secoli di vita islandese: Iceland: Year Zero di Sigurður Hallmar Magnusson fa il punto sulle nuove vite di persone che sono state travolte dalla crisi finanziaria; We Are Still Here di Ásdis Thoroddsen segue una remota comunità alle prese con le rapide trasformazioni dell’industria ittica, i cui interessi mettono a rischio un intero stile di vita e organizzazione sociale tradizionalmente basati sulla pesca.
Toni differenti nel trascinante Inside A Volcano – The Rise Of Icelandic Football di Sævar Gudmundsson, cronaca dei recenti e sorprendenti successi della nazionale di calcio islandese attraverso le vicende dei suoi giocatori più rappresentativi, ormai star internazionali che giocano in gran parte nei campionati esteri; e in The Hot Tub di Harpa Fönn Sigurjónsdóttir, celebrazione della conviviale tradizione islandese del bagno nelle piscine geotermiche, perseguita con qualsiasi condizione meteorologica e ambientale.
Completerà il programma di “Destinazione… Islanda” un lungometraggio di fiction che verrà presentato tra le “Anteprime” del film festival, scelto tra i titoli più recenti alla ribalta dei festival internazionali, e a coronare la presenza islandese a Trento anche la giuria internazionale del Concorso vedrà la presenza di un membro islandese, una figura di riferimento della cultura e produzione cinematografica del paese.
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