Spiritualità e cruda concretezza, sfida e senso del limite, fragilità ed equilibrio: è un quadro complesso e a volte contraddittorio quello della montagna – un cerchio di natura, vita e morte – fotografato nel 66° Trento Film Festival. Dal 26 aprile al 6 maggio saranno proposte circa 130 pellicole, selezionate fra oltre 700 film, di cui 25 in concorso che avranno come cornice eventi, incontri, mostre e convegni. Il tutto in un clima di cosiddetta ‘slow mountain’ per apprezzare e riflettere con tempi lenti. E si parla anche femminile e di montagna come simbolo di emancipazione. Ne saranno concreta testimonianza con la loro presenza Pasang Lhamu Sherpa Akita, guida alpina del Nepal e prima donna del suo Paese ad aver scalato il K2, premiata dal National Geographic per il suo coraggio durante il terremoto nel 2015; e Nasim Eshqui, free climber, unica donna a fare ufficialmente dell’arrampicata la propria professione in Iran.
Per l’Italia in Concorso Il monte delle formiche di Riccardo Palladino, Lorello e Brunello di Jacopo Quadri e l’altoatesino Die funfte Himmelsrichtung di Martin Prinoth. Molto atteso, in prima mondiale, l’italo-tedesco Holy Mountain di Reinhold Messner, l’austriaco The Dawn Wall e l’australiano Mountain. Quest’anno è il Giappone lo Stato ospite della sezione ‘Destinazione…’: un Paese che non finisce di stupire per l’intreccio fra iper-tecnologia e tradizione quasi feudale. Fra gli ospiti, nella logica della contaminazione, il ciclista Francesco Moser che vedrà l’anteprima di un film sulla sua vita, Moser: scacco al tempo, e il regista e attore Rocco Papaleo con uno spettacolo sulla passione del camminare.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
In programma una Masterclass di Enzo d’Alò e la proiezione del restauro di Vito e gli altri di Antonio Capuano, realizzato da Cinecittà
Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis