Applausi per Malèna, curiosità per Tornatore, ma è Monica Bellucci ad affascinare tutti. Uno dietro l’altro il concorso berlinese ha “sparato” i due italiani: a Berlinale appena iniziata è presto per dire se la giuria di cui fa parte Dario Argento ci riserverà qualche premio, ma intanto l’accoglienza è stata positiva a parte qualche dissidenza critica. La delusione del “Tagespiegel” oppure l’acre articolo della “Berliner Zeitung”, causticamente intitolato “Io Tarzan, tu Malèna” e chiuso da una perentoria sentenza: “il film non salva il cinema italiano”.
Intanto però arriva a Berlino accompagnato dalla Miramax e carico di successi americani che potrebbero anche preludere all’Oscar. È cresciuto da 30 a 113 sale negli States, ha già incassato due milioni di dollari, si prevedono prossime uscite quasi ovunque, dalla Germania al Giappone dove pare sia il film più atteso dell’anno.
Attesa anche Monika – qualcuno qui la chiama addirittura “Bellucchi” – che si presenta alla conferenza stampa con mezz’ora di ritardo (causa ufficiale il traffico, ma è comunque chic!) vestita da Dolce & Gabbana in versione squaw metropolitana, pantaloni di camoscio con le perline, camicetta candida, capelli sciolti sulle spalle. Tira fuori un inglese tirato a lucido e risposte studiate al millimetro, mentre Peppuccio, accanto a lei, si prende complimenti e accoglie notazioni persino un po’ assurde – come quella di aver fatto un film anticommerciale. “Di solito mi dicono esattamente il contrario, non so cosa sia peggio”.
“Mi sono ispirata alle dive che ho sempre amato e sognato: Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano: Malèna ha lo stesso tipo di femminilità sensuale”, dice Bellucci a chi le chiede come ha fatto a recitare senza parole. “Ho immaginato un dialogo interiore del personaggio, poi ho recitato col corpo, col linguaggio del corpo”. Insistono su questo tema. E lei si scalda: “Una delle interpretazioni che ammiro di più è quella di Holly Hunter in Lezioni di piano. E non è che dica molte parole! Quindi che c’è di strano?”.
Bellucci ha appena finito di girare una commedia, mentre il suo penultimo film, Le Pact des Loup, ha grande successo oltralpe. In Italia è difficile trovare ruoli, specialmente drammatici? “Fino a poco tempo fa era difficile trovare ruoli, drammatici o meno, per un’attrice. C’è stato il periodo d’oro dei Fellini, Rossellini & co; poi c’è stata la crisi per problemi politici, economici, non so… ecco perché sono andata a Parigi. Ma ora le cose stanno cambiando. Quest’anno abbiamo avuto tanti film bellissimi, almeno dieci: Pane e tulipani, L’ultimo bacio… La crisi è finita? Non lo so, ma lo spero”.
Bellucci sorride: sarà la nostra Marianna? Non è fantascientifico: , svela Tornatore, è diventato addirittura un simbolo dell’Italia. “L’ottanta per cento di quelli che mi intervistano me lo dicono: un’Italia amata da tutti ma maltrattata da tutti. Chissà.. non ci avevo pensato”.
Monica sei una bellezza di un altro mondo. “Da noi è normale, ci sono tante mie amiche che hanno questo tipo di bellezza e tante attrici, Virna Lisi, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano: sono donne-donne, piene di sensualità, mentre le francesi sembrano perennemente bambine”.
Ma perché Malèna torna al paese dopo tutto quello che le fanno passare? “Oggi sarebbe andata via, allora era diverso. E tornare era anche un modo di vendicarsi”, risponde il regista. “Ancora oggi, in tanti posti al mondo, una donna che non ha un uomo accanto – un marito, un fratello, un figlio – non è nessuno, non ha identità!”, dice Bellucci. “Io che vengo da un paese piccolo, conosco quella sensazione di accerchiamento. Tutti ti conoscono, sono implacabili”. Si fa fatica, qui all’estero, a capire il desiderio invadente dei siciliani: “c’è un documentario degli anni ’60 in cui Pasolini ha ripreso di nascosto gli sguardi degli uomini sulle donne: era proprio così, dovreste vederlo”, spiega Tornatore. Non capiscono ma sono affascinati. Neppure quello il critico del Tagespiegel. L’ha impallinato dietro al titolo “I fianchi della passione”: deluso perché Nuovo Cinema Paradiso è troppo lontano e perché non si capisce bene la dinamica dei fatti.
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