Torna l’Italietta spiaggiata di “Casotto”


Chissà fra trent’anni cosa ne sarà del chiosco ‘Chez Maurice. Pesce fresco’ sul litorale romano frequentato da tragicomici bagnanti di ogni condizione sociale e età, non solo italiani, ma anche da Khaled, Omar, Fatima, Cunfù e Piotr? Cioè gli immigrati che animano d’estate con il loro lavoro questo stabilimento, nonché ristorante sul mare, gestito da una coppia indissolubile, la signora Valeria/Ilaria Occhini e il figlio Maurizio/Marco Giallini schiacciato dalla madre. Forse il chiosco di Tutti al mare, opera prima di Matteo Cerami in sala l’11 marzo con 01, sparirà divorato dal mare che inesorabilmente avanza. Oppure diverrà la casa dei tanti immigrati clandestini che arrivano a cercare fortuna come ci ricorda il film sul finale.

Più di trent’anni fa quella stessa spiaggia, allora libera, e i suoi temporanei abitanti era stata raccontata da Casotto diretto da Sergio Citti e scritto da Vincenzo Cerami. Era il ritratto tra l’ironico e il crudele di una umanità varia in una calda domenica d’agosto. “Come allora ho scritto per Tutti al mare di tipi vari (Cerami è anche l’interprete di uno di loro, ndr.) che s’incontrano casualmente, là in una situazione claustrofobica, qui agorafobica. In fondo questo chiosco è un barcone che galleggia senza destinazione, abbandonato al vento e affollato di personaggi provvisori e smarriti, che arrivano la mattina e se ne vanno la sera”.

 

Tornano così nell’esordio di Cerami jr. alcuni degli interpreti di Casotto: Ninetto Davoli all’epoca bagnino ora è un pescatore truffaldino di pesce surgelato, Gigi Proietti allora giovane dedito al rimorchio ora è un cleptomane smemorato. E poi ci sono i nuovi ingressi: il nonno che rimpiange le imprese coloniali del regime (Sergio Fiorentini), il volto televisivo nazionale (Anna Bonaiuto), la coppia lesbica (Ambra Angiolini e Claudia Zanella), il giovane e l’amico che a sua insaputa se la fa con la moglie (Libero De Rienzo e Francesco Montanari), il suicida (Ennio Fantastichini). E ancora Rodolfo Laganà e un cameo di Pippo Baudo.

Casotto fu il mio esordio come produttore, e rivedendolo a distanza di anni mi è venuta voglia di tornare in quella spiaggia e ho trovato un’altra realtà. Così ho lanciato l’idea di questo film a Vincenzo che allora aveva firmato la sceneggiatura”, spiega Gianfranco Piccioli.
Il regista ricorda che Casotto, diventato poi un cult, era un affresco sociologico come Domenica d’agosto di Luciano Emmer. “Non c’erano percorsi psicologici nel film di Citti, ma un’osservazione antropologica. E come allora anche in Tutti al mare c’è pietà verso questi personaggi, a volta comici, a volte agghiaccianti”.

 

Una commedia corale amara e surreale che s’aggiunge a un panorama italiano dominato dalla commedia nazionale, vincente al box office, ma Cerami jr.ci tiene a a precisare che il film è nato prima di questa esplosione e che affronta il genere in modo diverso. “Ho sempre preferito la commedia amara a quella che si ferma alla sola risata, come nel caso di Che bella giornata, mentre un gioiellino come Non pensarci è stato snobbato”, afferma polemico il produttore Piccioli. E Proietti ricorda che una cosa è la commedia, che ha una struttura antica fatta di tre atti, e altro è la farsa. “E un certo cinema italiano gastronomico è più vicino a quest’ultima”. Forse è per questo che l’attore romano preferisce il teatro.

 

Tutti al mare, costato circa due milioni e 200mila euro, è una produzione Film Vision in collaborazione con Rai Cinema, con il contributo del MiBAC.

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