Rodolfo Laganà e Valeria Golino insieme sul set. Dietro questo inedito menage professionale c’è la longa manus di Tonino Zangardi che li ha voluti insieme nel suo film Prendimi (e portami via), ciak a Roma dal 3 febbraio per 8 settimane.
Saranno un pacioso fruttivendolo e una popolana incline al sogno con la passione per la pittura, genitori di Gianpiero (Noah Shalom), dodicenne che si innamora di una coetanea rom (Romina Hadzovic).
Incerta invece la partecipazione di Emir Kusturica, impegnato nel montaggio del suo nuovo film. Il filmaker di Sarajevo firmerà comunque la colonna sonora dai ritmi ovviamente tzigani.
Nel cast anche Antonio Iuorio (Luna rossa), Claudio Botosso (Aprimi il cuore), Nino Frassica e l’esordiente Marco Zangardi, attore teatrale fratello del regista.
Produce Alessandro Verdecchi che aveva opzionato il copione già prima che il film, co-sceneggiato da Gianluigi Bruni, fosse riconosciuto di interesse culturale nazionale dalla commissione consultiva per il cinema e finanziato con 3 miliardi e 800 milioni di vecchie lire.
Qualche tempo fa hai detto che l’idea del film viene da un fatto di cronaca: l’incendio di un campo nomadi nel quartiere romano di Torbellamonaca.
Quell’episodio, accaduto qualche anno fa, è servito come spunto ma Prendimi non sarà un film sui rom né sulla marginalità ma, piuttosto, sulla vita di una quartiere romano di periferia. In particolare Cinecittà est, uno dei tanti nati negli anni Ottanta, popolato da tanti piccoli commercianti, artigiani e impiegati. Gente onesta che si sforza di migliorare la propria vita ma ha dei problemi nell’impatto con culture diverse. Soprattutto quella rom che ricorda loro un passato non troppo lontano: a Roma infatti gli zingari di oggi vivono come i baraccati pasoliniani di ieri. Tenterò di raccontare la vita che scorre nella metropoli. Anche i momenti in cui rallenta che metterò in scena con lunghe panoramiche realizzate nell’ultima settimana in cui andrò a zonzo per la città con una troupe ridottissima.
I due ragazzi sono un po’ Romeo e Giulietta di periferia.
Si. La loro storia è il motore del film. Vivono un’amore platonico ma la loro amicizia non è vista di buon occhio dalle famiglie e dal quartiere. Insomma, quella di Prendimi è una storia forte, dai tratti anche violenti ma raccontata con i toni della commedia. Quella, per intendersi, stile Un borghese piccolo piccolo e Detenuto in attesa di giudizio con Alberto Sordi, un attore con cui Rodolfo Laganà ha non poche affinità.
L’accostamento tra Laganà e Valeria Golino è piuttosto singolare..
Amo andare oltre i cliché attoriali così ho unito un attore popolarissimo seguito a teatro da un pubblico composito, considerato erroneamente solo un comico, con un’interprete del cinema d’autore che per la prima volta si cala nei panni della donna del popolo.
Il set sarà vicino a Cinecittà. Girerai anche negli studios?
No, neppure una scena. E’ una scelta precisa per dare un sapore di verità al film. Per questo ho coinvolto anche gli abitanti del quartiere e un folto gruppo di rom che per l’occasione ricostruiranno e animeranno un campo nomadi nella stessa area da cui furono smobilitati qualche tempo fa. Anche grazie alle origini circensi i nomadi hanno la recitazione nel sangue.
Come sarà la colonna sonora di Kusturica?
Ho conosciuto Emir qualche anno fa. In comune abbiamo la fascinazione per il mondo dei rom da cui lui proviene. Le colonna sonora di Prendimi non sarà indiavolata come quelle dei suoi film. Gli ho chiesto di lavorare su musiche d’atmosfera ricche di suoni montenegrini e macedoni, più simile a quella di Prima della pioggia di Milcho Manchevsky che a Underground e Gatto nero, gatto bianco. Poi ho voluto inserire anche brani di Peter Gabriel, I giardini di Mirò e Sigur Rose, un nuovo gruppo che Emir apprezza molto.
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