Tonino De Bernardi e Filippo Timi. Insieme, Rosatigre, il film che il vulcanico regista torinese amante di Napoli porta a Venezia nella sezione Nuovi territori, e di cui Timi firma, oltre al soggetto e alla sceneggiatura insieme a Tonino, anche i costumi. Un Bildungsroman, un romanzo di formazione, sulla vita di Antonello-Rosatigre, che batte a Torino e parte per Napoli con l’amico del cuore Sasà, per un viaggio da cui tornerà cambiato. In se stesso. Un’ora e mezzo di film girato con furiosa energia da questo regista nato nel ’37, e che ha sempre percorso le strade del cinema indipendente. Poi, l’anno scorso, Venezia 56 ha regalato ad Appassionate una ventata di grande pubblico.
Il film sembra quasi un backstage sulla vita di qualcuno che è già personaggio. Siete d’accordo?
TDB: Per me, è stato molto importante mettere dentro a questo film tanti piani diversi di narrazione, il personaggio e il non personaggio, girarci attorno da tanti punti di vista. Io cerco sempre di mescolare tutto, anche il lavoro e la vita privata. Nel film faccio fare a mia figlia la prostituta. Io e Filippo abbiamo molti altri progetti, anche se finirà che dovremo girare con due telecamere. Qui al Lido devo incontrare Isabelle Huppert, vogliamo fare qualcosa insieme.
FT: Io ho cercato di lavorare sull’estetica degli opposti, il femminile e il maschile, sulla terra desolata. Tutto è pulito, e tutto è sporco, ho il rossetto e la barba incolta, insieme. Mi sento più autore che attore, anche in questo progetto.
“Rosatigre” è un lungometraggio in video. Cosa pensate della rivoluzione digitale?
TDB: Per me è fantastico. Permette un’intimità che con la pellicola e la troupe è impossibile da ritrovare. È il cinema che si evolve e continua a muoversi, come ci muoviamo tutti noi.
FT: Sono due mezzi che hanno due pesi specifici diversi, ma è sempre cinema buono.
Tonino, tu sei il regista dell’eterna giovinezza. Come hai fatto a calarti così bene nella vita dei ventenni?
TDB: Perché io sono tendenzialmente vampiro, e allora succhio!
FT: Totalmente vampiro, direi! Come ha detto Enrico Ghezzi, Tonino è un teppista dei sentimenti.
Prima di andarmene, regalo a Tonino e Filippo uno scacciaquindici per uno.
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