Toni chiude France Odeon e pensa ad Atene


FIRENZE – E’ Toni Servillo l’ospite speciale a cui spetta chiudere il France Odeon. L’attore è a Firenze per presentare il film Un balcon sur la mer dell’attrice e regista Nicole Garcia, in cui recita al fianco di Jean Dujardin (protagonista anche del film di apertura, The Artist), Marie-Josée Croze e, in un breve cameo, Claudia Cardinale. Nel film Servillo ha un ruolo da non-protagonista, ma la sala Odeon, piena oltre ogni aspettativa, è tutta per lui, che del resto ai palchi è abituato, essendo, come lui stesso si definisce “un teatrante militante”.

“Ieri ho recitato a Bologna – dice – e domani sarò a Pordenone. Recito tanto a teatro durante l’anno e dunque ho la fortuna di poter scegliere i film che faccio, di solito in primavera o in estate. Io penso che per un attore teatro e cinema non debbano mai rappresentare l’uno l’anticamera dell’altro, e che mai si debba fare l’uno per sostenere l’altro. Non mi piace quando si recita bene al cinema per poi dare il ‘pacco’ a teatro o viceversa, lo trovo ignobile. I due aspetti del mestiere vanno invece trattati con la medesima nobiltà, cercando di fondere le due fasce di pubblico”.

Ma anche un attore tanto affermato non smette di imparare e acquisire nuove esperienze: “Quello che mi ha affascinato di questo film – dice a proposito di Un balcon sur la mer – è stata la possibilità di essere diretto, per la prima volta, da una donna e da un’attrice. Le donne hanno l’intelligenza del cuore e la predilezione per le arti sceniche. Tanto per farvi un esempio, Nicole non diceva mai ‘Azione!’, come farebbe un qualsiasi regista, ma: ‘Oui, Toni!’ oppure ‘Oui, Jean!’ o, rivolgendosi a Marie, ‘Oui, Mon amour!’. Comunica tanto entusiasmo, con il quale mi ha sedotto. Mi ha visto in Gomorra, poi mi ha chiamato e il giorno dopo era già a Napoli. Abbiamo trascorso una notte parlando della sceneggiatura, e poi è anche venuta a Palermo, dove io stavo recitando in teatro, per fare una prova costumi. A quel punto non potevo proprio dire di no”.

“E’ che mi serviva proprio Toni – risponde la regista, elegante e solare – avevo bisogno della sua capacità di dare al personaggio, che copre l’aspetto intrigante della vicenda, le giuste sfumature di devianza. Non è un ruolo principale, come quelli in cui siete abituati a vederlo in Italia, ma non c’era nessuno che potesse farlo meglio di lui. Per il resto, il film è una sorta di ‘thriller dei sentimenti’ che si incentra su un’incomprensione amorosa, parla delle ragazze e dei dolori che sono costrette ad affrontare, e di come crescono. E parla anche dell’Algeria, il mio paese, con tutte le sue contraddizioni. Ci sono molti film che risolvono in maniera facile il periodo del colonialismo, la Francia ricorda la guerra, gli eccessi, ma ci sono anche lati ambigui. Io ad esempio parlo dei francesi esiliati”.

“La differenza tra girare in Italia e girare all’estero – dichiara ancora Servillo – non sta negli intenti o nell’atmosfera o nel clima che si trova sul set. La differenza sta nel supporto delle istituzioni. Ho girato con Cupellini in Germania e presto, crisi permettendo, sarò nel nuovo film di Theo Angelopoulos, L’autre mer, che parla proprio di ciò che sta succedendo ad Atene. Speriamo riesca a partire”.

 

Servillo trova anche modo di commentare This must be the place, primo film Usa e grande successo del suo amico regista Paolo Sorrentino: “L’ho visto in una versione non definitiva, un paio di mesi prima della presentazione a Cannes, e devo dire che l’ho amato proprio perché Paolo non ha fatto il ‘Sorrentino americano’, ma ha invece dato uno sguardo inedito a un’America che ci riguarda tutti. E in qualche modo il film mi ricorda, per spirito poetico, L’uomo in più, per cui abbiamo lavorato insieme”.

 

La giornata di chiusura ha visto anche idealmente protagonista Joann Sfar, celebre autore di fumetti prestato al cinema, in via sempre più definitiva. Sono stati presentati a Firenze entrambi i suoi film. Il primo, Le chat du rabbin, è un film d’animazione tratto da una serie di albi dello stesso Sfar, e finanziato dalla società-mecenate Groupama, che sempre più spesso investe nel cinema dando particolare spazio alle opere prime, ai restauri (quello di Dalla terra alla luna di Mèlies sarà tra breve al festival di Roma), al sostegno dei festival. Il secondo, Gainsbourg – Vie heroique, è un ritratto molto originale del celebre e controverso musicista, convincentemente interpretato da Eric Elmosnino al fianco di bellezze come Laetitia Casta, nel ruolo di Brigitte Bardot, e Anna Mouglalis.

autore
24 Ottobre 2011

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