Tommaso Ragno: “Sul set ho pensato a Louis Malle”


Alla seconda esperienza con Emidio Greco, dopo l’avvocato Di Blasi nel Consiglio d’Egitto, Tommaso Ragno è un attore di teatro dal curriculum solidissimo: ha lavorato con Carlo Cecchi e Luca Ronconi, con Strehler e Martone, proprio in questi giorni sta provando la goldoniana “Trilogia della villeggiatura” secondo Toni Servillo. Al cinema invece l’abbiamo visto poco e non certo in film di cassetta: accanto a Iaia Forte in Chimere di Pappi Corsicato oppure in Medea Miracle di Tonino De Bernardi. Di lui Emidio Greco ha detto una volta, ai tempi del Consiglio d’Egitto: “fisicamente scarta moltissimo rispetto a molti attori della sua generazione, ha fattezze classiche, non alla moda”. È forse questo ad averlo tenuto al riparo da certe scelte più ovvie, magari televisive. Pugliese, ma cresciuto a Piacenza, è perfetto nel ruolo “asettico” e gelido, senza inflessioni o coloriture, del professore affermato e affascinante ma chiuso nel suo isolamento orgoglioso.

Con Emidio Greco c’è un rapporto di vecchia data, “Il consiglio d’Egitto” è del 2002.
Sì, abbiamo un’intesa piena di ironia, nonostante la differenza d’età.

Considera questo personaggio quasi un alter ego del regista?
C’è una forte identificazione. Sicuramente questo è un film dalla forte impronta registica. Del resto il teatro è il luogo degli attori, il cinema è il luogo dei registi.

Lo definirebbe un personaggio anaffettivo?
Lo è, verso la realtà. È un uomo socialmente affermato, insegna all’università, è ricercato dalle donne verso cui è disponibile in modo parziale. L’uomo privato mi ha fatto pensare a un film di Louis Malle, Fuoco fatuo, tratto da un romanzo di Drieu de la Rochelle. Un giovane esistenzialista decide di farla finita con il mondo e chiude i conti con la vita attraverso un lungo percorso. Anche al mio personaggio la vita è insopportabile nonostante tutti i suoi privilegi: non ricorre al suicidio ma oppone un’indifferenza tra sé e la realtà.

È una forma di nichilismo.
Certo, ed è uno scollamento, una caduta in un vuoto di senso. Alla fine si trova veramente in un girone dantesco.

A chi si rivolge, secondo lei, questo film?
Sicuramente ai quarantenni che potranno leggere in controluce la loro crisi. Ma vorrei che fosse visto anche dai giovani, magari per trovarci uno stato d’animo o qualcosa che poi capiranno più tardi, come capitava anche a me da ragazzo.

autore
24 Ottobre 2007

Interviste

Ti West
Interviste

Ti West: “in ‘MaXXXine’, gli anni ’80 che nessuno vuole mostrare”

Con MaXXXine, in sala con Lucky Red, Ti West conclude la trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl, confermandosi una delle voci più originali del cinema di genere dell’era Covid e post-Covid

play
Interviste

Trincia: “ognuno di noi ha sentito vicinanza con questo caso”

Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps - La serie ripercorre in 4 episodi una delle più incredibili storie di cronaca italiane: il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e Sky Documentaries.

play
Interviste

Luchetti: “ho voluto raccontare Carla anche come donna politica”

Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa.

Interviste

Marco Valerio Gallo: come ti disegno ‘Freaks Out’

Il disegnatore, illustratore e docente presso la Scuola Romana dei Fumetti ci racconta come ha lavorato sugli storyboard dell'ultimo successo di Gabriele Mainetti


Ultimi aggiornamenti