Inquadrature ginecologiche, specchi a go go, falli veri e finti, scambi di coppia e scene lesbo, un pizzico di sadomaso e inter racial, il cameo di Andrea Nobili, pornodivo nei panni di direttore di rete attento alle performance sessuali più che professionali. Con Fallo! Tinto Brass si spinge un passo oltre l’erotismo soft delle ultime pellicole. Insieme alla moglie, l’inseparabile Carla Cipriani, e a Massimiliano Zanin ha scritto 6 episodi interpretati da 9 attrici “spigliate e spogliate”. Il trait d’union è tutto racchiuso nel titolo: “Fallo è contemporaneamente l’imperativo del ’68 “Do It!”, l’infrazione di una regola, il nome con cui Lady Chatterlay evocava e invocava lo scettro sessuale del guardiacaccia Mellors”, spiega il regista che ha tenuto per sé un piccolo ruolo da voyoeur. E a chi gli chiede chiarimenti sull’annosa distinzione tra pornografia ed erotismo risponde: “Il porno sta all’erotismo come il pompino sta alla fellatio. E’ solo una questione linguistica”.
Il film, girato in 6 settimane tra Casablanca, Roma, Malaga, Londra e Cape d’Agde, nota meta per scambisti, uscirà il 29 agosto distribuito in circa 100 copie da Italgest Video.
“Fallo!” è più esplicito rispetto ai suoi ultimi film.
Si, ma la vera novità è la chiave comica, il tono farsesco che ho usato per alleggerire la pellicola e renderla più dirompente e festosamente sporcacciona. Lo slogan “una risata vi seppellirà” vale anche per il sesso. Fallo! veicola un immaginario sessuale di massa, nulla di iperbolico e dunque poco credibile. Da buon reichiano propongo una visione ilare e gioiosa del sesso contrapposta a quella quaresimale e punitiva delle autorità che, non a caso, mi escludono sistematicamente.
C’è un riferimento polemico alla nuova convocazione della procura di Venezia per il suo sbarco osé al Lido del 1995?
C’è un clima antipatico di intimidazione e censura. La Rai non ha mandato inviati alla conferenza stampa di Fallo! e ha imposto il divieto categorico di parlarne. La convocazione della procura di Venezia è un modo per indurmi a fare il bravo bambino ma visto che mi stuzzicano reagirò. De Hadeln è il meno peggio tra gli altri dirigenti della Mostra del Cinema ma finché non inviterà un mio film si dimostrerà condizionato da una cultura obsoleta che dà cittadinanza all’erotismo solo esaltando il dualismo tra Eros e Thanatos.
Con “Fallo!” e’ tornato sulla formula del film a episodi come in “Fermo posta”.
Sì, Fallo! in particolare è ispirato a Boccaccio. Lui immaginò 7 donne e 3 uomini rifugiati in una villa per evitare la peste, io mi sono immerso nel gineceo delle 9 protagoniste chiudendo la porta alla peste mediale della guerra. Le mie ragazze hanno una grande consapevolezza: sono consce della propria sessualità e la gestiscono con naturalezza.
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