“Di Ferzan mi piace molto il suo mondo, prima ancora che i suoi film. Penso sia un autore diverso dagli altri, capace di cogliere la condizione umana della gente comune e di saperla restituire con grande calore”. Tilde Corsi racconta com’è nato Le fate ignoranti, terzo e nuovo film di Ferzan Ozpetek, il 41enne autore di Hamam – Il bagno turco e di Harem Suare, seconda opera del regista di Istanbul da lei prodotta insieme a Gianni Romoli, anche cosceneggiatore del film.
Cinque miliardi di budget e nove settimane di riprese nel quartiere romano di Via Ostiense, tra il Gazometro, i mercati generali e il vero condominio di Ozpetek, che abita da quelle parti ormai da vent’anni, quando lasciò la Turchia per venire a studiare cinema a Roma. Ed è in parte autobiografico nel descrivere la storia di una donna che scopre, dopo la sua tragica morte, il mondo segreto del marito.
“Nel descrivere situazioni insolite e anche scottanti come può essere l’omosessualità, Ferzan rivela un tocco indulgente, mai giudicante, una grazia e una capacità narrativa unica”, continua Corsi. “E del film ho amato subito, sin dal soggetto, l’idea di questo viaggio interiore della protagonista. In questo senso Le fate ignoranti è più simile al Bagno turco perché rivela il percorso di un personaggio verso cose di sé che non sapeva o non poteva vedere. Ma non è poi detto che per viaggiare si debba per forza andare in posti esotici, alle volte basta bussare alla porta del nostro vicino di casa”.
Attualmente in fase di montaggio, il film dovrebbe essere pronto per Berlino per poi uscire nelle sale italiane a marzo. “Progettiamo di produrre anche il prossimo lavoro di Ozpetek, un soggetto molto bello intitolato Il fiore dell’Anatolia, da girare in Turchia, a riprova che il nostro sodalizio nasce innanzi tutto dalla voglia e dal piacere di lavorare insieme”.
Mentre nelle sale c’è ancora Kippur, Corsi&Romoli anche in cantiere anche due nuovi progetti di genere, un film in costume (Malombra) e un thriller horror (Bagno di mezzanotte).
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