Tilde Corsi


“E’ stato il più bel regalo di Natale che potessimo mai sognare”. Tilde Corsi è – ovviamente – felicissima. Le fate ignoranti di Ferzan Ozpetek con Stefano Accorsi e Margherita Buy è a Berlino in concorso, pronto ad affrontare la battaglia per gli Orsi.

Speravate di arrivare alla competizione?
Ci tenevamo, certo, ma non eravamo arrivati a sperare. Eravamo anzi molto tesi perché questo festival ci sembrava fondamentale. Poiché il film esce in Italia a marzo, Berlino è per noi un’ottima occasione per mostrare il film al pubblico e ai critici e per venderlo anche all’estero.

Conosce la Berlinale, ha partecipato in passato con altri film?
E’ la prima volta che partecipo e la seconda che vado. La prima occasione fu a ridosso della caduta del Muro, in un’edizione entusiasmante. Non conosco bene il festival e dunque mi riesce difficile immaginare se il nostro film è anche “giusto” per la rassegna. Alle volte, infatti, non basta che un’opera sia bella o brutta, deve anche essere in linea con la manifestazione.

Berlino è stato negli ultimi anni occasione di scontento e scontro con il cinema italiano: diversi film selezionati hanno poi preferito Cannes e i film mostrati non hanno vinto molti premi…
E’ vero, il concorso è stato poco generoso ultimamente. Forse siamo stati premiati per la nostra assoluta buona fede, nel senso che miravamo proprio a questo festival e siamo felicissimi di esserci.

“Le fate ignoranti” in concorso deve battere anche “Malèna”.
Sono due film molto diversi, come è giusto, ma entrambi, credo, profondamente mediterranei, caldi, che parlano di una umanità molto lontana e dunque molto interessante per il pubblico del nord Europa.

Buone e cattive chance del film di Ozpetek agli occhi della sua produttrice?
Credo sia davvero un buon film, in grado di competere con gli altri. Ora che siamo in concorso è giusto gareggiare per vincere e portare a casa un buon risultato. Forse scontiamo il fatto di avere due attori italiani bravissimi in un festival dove da sempre gli americani partono avvantaggiati. Ma Stefano Accorsi, almeno in Francia, è da molti considerato la grande promessa del nostro cinema: solare, bravo, con una grande personalità ma non un mattatore, forse il nuovo Mastroianni.

autore
10 Gennaio 2001

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