Al Festival des Films du Monde de Montréal (24 agosto-4 settembre) sono in programma tre film italiani: Il mondo di mezzo di Massimo Scaglione (fuori concorso), Noi eravamo di Leonardo Tiberi (in concorso) e Resina di Renzo Carbonera (concorso opere prime).
Noi eravamo di Leonardo Tiberi, una produzione Istituto Luce Cinecittà con Baires Produzioni e MiBACT, è in qualche modo il seguito di Fango e gloria. Tra la fine della Grande Guerra, dal 1918 al 1933 si svolge la vicenda di tre ragazzi: Guglielmo e Luciano, uniti e divisi da una guerra cui hanno scelto di partecipare da volontari, e Agnese, giovanissima presenza delle loro vite, anche lei volontaria nel corpo delle crocerossine. Un intreccio di destini personali in una grande storia, uniti dal personaggio chiave e narratore della vicenda: Fiorello La Guardia, figlio di emigrati italiani, arrivato dall’America assieme a un centinaio di connazionali per combattere sui mitici aerei Caproni, che diventerà sindaco di New York. Il film intreccia materiali dell’archivio Luce, colorizzati in modo da farne immagini di grande cinema, con scene di finzione che ci restituiscono l’epica di un grande film di guerra, pace, e sentimenti.
Il mondo di mezzo sarà proiettato il 27 agosto nella sezione non competitiva World Greats. Massimo Scaglione vuole dedicare la sua partecipazione al festival “a tutti i grandi registi italiani troppo spesso dimenticati in patria, con una particolare attenzione all’inestimabile valore dell’arte magnifica e ineguagliabile del grande maestro Roberto Rossellini a quarant’anni dalla morte”.
Il suo film racconta l’epopea del mattone a Roma e i disastrosi risultati della cementificazione nelle periferie della capitale espressione della connivenza tra potere politico e palazzinari. Una storia che ripercorre i traffici tra corrotti e corruttori e che sfocia nella nota inchiesta denominata Mafia Capitale. Gaetano Mariotti, interpretato da Tony Sperandeo, è un noto imprenditore romano, re del mattone. Un uomo ambizioso e senza scrupoli che nutre il desiderio di condurre suo figlio Tommaso, interpretato da Matteo Branciamore, sulle sue stesse orme. Sarà la sua prematura scomparsa a catapultare Tommaso, suo malgrado, alla guida dell’impero del padre. La coscienza lascia repentinamente il posto ad un’incalzante avidità che porterà il giovane a stringere uno scellerato sodalizio con i poteri del Campidoglio. Il film è prodotto e distribuito da Red Moon Films, ha ottenuto il riconoscimento dell’interesse culturale dal MiBACT e si è avvalso del Contributo di Regione Lazio e del Patrocinio del Comune di Cosenza e della presidenza dell’Assemblea Capitolina di Roma.
Resina infine è un film sulla musica, sul cambiamento climatico e sul rapporto conflittuale che abbiamo con la bellezza. Con Maria Roveran e Thierry Toscan nel cast, riscopre una piccola comunità di montagna che vanta una storia millenaria: i cimbri.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
In programma una Masterclass di Enzo d’Alò e la proiezione del restauro di Vito e gli altri di Antonio Capuano, realizzato da Cinecittà
Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis