Thierry Fremaux: quest’anno soffia il vento dell’Est

55 film nella selezione ufficiale, dieci giorni di proiezioni, trenta paesi, 48 prime mondiali, 19 lungometraggi in concorso, otto opere prime. Thierry Fremaux anticipa qualche numero della 59/a edizione del suo festival e ne spiega le linee guida in una lunga intervista pubblicata sul sito ufficiale.
In concorso, autori consacrati e nomi nuovi. Tra i primi Nanni Moretti (Palma d’oro 2001 con La stanza del figlio), Aki Kaurismäki (Grand Prix 2002 per L’uomo senza passato), Pedro Almodovar (Premio per la regia nel ’99 per Tutto su mia madre), Ken Loach (Premio per la sceneggiatura nel 2002 con Sweet Sixteen), Bruno Dumont e Nicole Garcia, vecchie conoscenze del concorso. “Ma con Jacob – dice il direttore artistico – ci siamo presi l’impegno di segnalare anche il cinema di genere, l’animazione, il documentario, e di aprire porte e finestre per far entrare aria nuova. Così la selezione di quest’anno propone un forte rinnovamento con la generazione emergente rappresentata da Sofia Coppola, Paolo Sorrentino, Rachid Bouchareb, Alejandro Gonzales-Iñarritu, Lou Ye, Richard Linklater, Xavier Giannoli e un terzo gruppo che comprende cineasti particolarmente originali: dal messicano Guillermo del Toro all’americano Richard Kelly, che ha meno di 30 anni e sarà la mascotte del concorso”. Fremaux non si considera un forzato della scoperta a tutti i costi. Ama una miscela di conferme e sorprese adatte ai palati esigenti di chi frequenta la Croisette. “La valorizzazione di nuovi talenti – prosegue – non è un’esclusiva di Cannes, perché altri festival internazionali, come Rotterdam, San Sebastian e Pusan in Corea hanno creato dei sistemi di sostegno allo sviluppo di progetti e alla produzione per gli esordienti”.

Geograficamente l’Europa è molto presente. Anzi si può dire che spira un vento dell’Est con opere polacche, ungheresi, romene, lituane. Si ricorderà che proprio un romeno, Cristi Puiu, vinse l’anno scorso Un Certain Regard. L’altra conferma è l’Asia, forte sia nella selezione ufficiale che al Marché: “la scelta di Wong Kar Wai come presidente della giuria è un ulteriore segnale in questo senso”.

Impegnati e sociali i temi toccati dai film: dalla colonizzazione francese (Rachid Bouchareb) al malessere sociale delle società dell’Est (Slawomir Fabicki e Catalin Mitulescu), dalla questione irlandese (Ken Loach) all’Italia di Berlusconi (Moretti), dallo sfruttamento degli emigrati clandestini sulla frontiera Usa-Messico (Richard Linklater) alla barbarie della guerra contemporanea vista da Bruno Dumont. Un’altra tendenza attuale è il ritorno al cinema di genere anche come evocatore degli scompensi che incombono sul futuro della nostra società. Ma non macheranno le star. Sulla scalinata del Palais sfileranno Tom Hanks, Audrey Tautou, Jean Reno, Penélope Cruz, Carmen Maura, Liam Cunningham, Kirsten Dunst, Judy Davis, Asia Argento, Marianne Faithfull, Michele Placido, Cate Blanchett, Gael García Bernal, Patricia Arquette, Ethan Hawke, il campione di wrestling The Rock, Sarah Michelle Gellar, Sergi López, Cécile De France, Gérard Depardieu, Jean-Pierre Bacri, Vincent Lindon, Benoît Magimel, Benoît Poelvoorde, Fanny Ardant, Bruce Willis, Nick Nolte, Juliette Binoche, Willem Dafoe, Ben Gazzara, Bob Hoskins, Maggie Gyllenhaal, Ludivine Sagnier, Gena Rowlands, Hugh Jackman, Halle Berry, Ian McKellen, Kris Kristofferson, Nanni Moretti, Silvio Orlando. E naturalmente la giurata italiana Monica Bellucci.