‘The Watchers’, Dakota Fanning a suo agio nell’incubo targato Shyamalan

L'attrice è protagonista dell'opera prima di Ishana Night Shyamalan, figlia del celebre regista de Il Sesto Senso. Un thriller-horror ambientato in Irlanda nella perfetta tradizione paterna


Mistero, horror e suspence: sono le parole chiave che hanno sempre caratterizzato il cinema di M. Night Shyamalan e che calzano alla perfezione anche su quello di sua figlia, Ishana Night Shyamalan, che debutta sul grande schermo con il suo primo film, The Watchers – Loro ti guardano, dal 6 giugno nelle sale. Basato sul romanzo di A.M. Shine, il film è stato adattato dalla stessa regista, che viene affiancata dal padre in veste di produttore.

“Quando stavo decidendo quale sarebbe stato il mio primo lungometraggio, ho cercato diverse fonti di ispirazione; volevo provare a combinare elementi fantasy e thriller. – racconta Ishana – Quando ho ricevuto il libro di A.M. Shine ho iniziato a leggere e…a pagina 70, ho pensato: ‘Devo fare questo film’. È un libro meraviglioso, strutturato come un film: è così visivo”.

Nel cuore delle verdi foreste irlandesi, un bunker caratterizzato da una grande vetrata. Chi vi trova rifugio diventa oggetto degli sguardi e dell’interesse delle terrificanti e misteriose creature che abitano tra i boschi. È qui che arriva tragicamente Mina, un’artista 28enne in crisi interpretata da Dakota Fanning. “Mina è una giovane ragazza che si trova in un periodo stagnante della sua vita; sta cercando qualcosa e si imbatte in questa esperienza soprannaturale. Ma potrei identificarmi con questa fase “di mezzo” nella vita di una giovane donna. Non sei più molto giovane e non sei nemmeno già grande, stai cercando di capire chi sei e cosa vuoi fare. L’ho potuto vedere nel personaggio e, parlando con Ishana, penso che entrambi potremmo identificarci in questo. La visione di Ishana per questo progetto, era molto chiara fin dall’inizio. A causa della famiglia da cui proviene, penso che ami questo mondo soprannaturale, tra il mistico e il mitico. Era molto chiara su ciò che voleva e anche il suo stile di regia è molto chiaro. Sa sicuramente cosa sta cercando e cosa vuole… ed è una persona adorabile e gentile. Mi è davvero piaciuto conoscerla e lavorare con lei. Ero entusiasta di vedere la sua visione prendere vita”.

Elemento cruciale per l’andamento della trama è indubbiamente il bunker attorno a cui ruota il mistero del film. Unico luogo civilizzato in un contesto dove ribollono elementi sovrannaturali e mistici tratti direttamente dal folklore irlandese. “Il bunker è un posto davvero intrigante, che ci ha dato così tanto con cui giocare e su cui riflettere durante la sua progettazione. – rivela la regista – In sostanza, è un osservatorio, ma funziona in due modi: stai guardando fuori, ma sei anche osservato. Come sarebbe una struttura costruita per due modi di guardare, con la possibilità di giudizio da entrambe le parti? Eravamo attratti dall’idea che fosse quasi uno spettacolo teatrale, con elementi e luci molto teatrali, dove in ogni momento vieni osservato e messo in mostra. Può essere una sensazione molto spiacevole. Quindi, ci siamo appoggiati all’architettura brutalista e ai colori e alle trame ad essa associati. L’abbiamo costruita su un palcoscenico: al suo interno sembrava alienante. È stato molto interessante il modo in cui ciò ha cambiato i loro corpi, le loro performance: l’atto di essere in questo spazio ed essere osservati”.

Cruciale è la dinamica che si instaura tra i quattro protagonisti della storia, costretti a essere “osservati” ogni notte per sopravvivere. A interpretarli troviamo Georgina Campbell, Oliver Finnegan e, in particolare, Olwen Fouere, chiamata a vestire i panni dell’eterea Madeline. “Essendo una giovane donna, è inevitabile che le idee di femminilità e maternità siano incluse nelle cose che scrivo. – continua Ishana – E questo è diventato il centro della storia, che per me è una storia madre/figlia, tra i personaggi di Madeline e Mina. È diventato davvero un fattore fondamentale. Ma questo non è solo per un pubblico femminile; sembra un film muscoloso, audace, temibile e forte. Tutte le donne in questo film sono tutte queste cose insieme. Sono molto potenti. Spero che trascenda un po’ dagli stereotipi”.

The Watchers rappresenta un perfetto esempio di eredità artistica, quella tramandata da padre in figlia e che potrebbe averci regalato un’autrice che saprà portare avanti lo sguardo unico sul thriller che da sempre ha reso unici film come Il Sesto senso, The Village, Split e The Visit. Per adesso i due registi sono chiamati a una sfida a distanza: il 7 agosto, infatti, uscirà nei cinema Trap, l’ultimo atteso thriller di M. Night Shyamalan. “Osservando la sua crescita, è stata fortemente coinvolta nella scenografia, nella moda e nella pittura. – dichiara il cineasta in riferimento alla figlia – Ha inventato lei queste immagini, queste creature. Quando ha iniziato a scrivere, ho pensato: ‘Sai, esiste una forma d’arte in cui puoi fare tutte queste cose’. Sapevo che sarebbe diventata una regista, ma non avrei mai voluto dirlo. Volevo che ci arrivasse in modo naturale. Quando è diventata una narratrice e ha iniziato a scrivere, si è interessata molto al genere, con una propensione al fantasy. È così brava in questo genere”.

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06 Giugno 2024

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