Sarebbe dovuto uscire giovedì prossimo nelle sale libanesi e invece è stato censurato dalla Commissione araba per il boicottaggio di Israele.
The post di Steven Spielberg, il film con Tom Hanks e Meryl Streep, sulla pubblicazione dei Pentagon Papers sul “New York Times” e sul “Washington Post”, non è la prima pellicola del premio Oscar americano di origini ebraiche a essere bandita. Era accaduto già con Schindler’s List, perché alcune scene erano state girate a Gerusalemme, e poi con Wonder Woman, a causa della nazionalità israeliana dell’attrice protagonista Gal Godot e dei due anni di servizio militare obbligatorio che ha svolto anni fa.
The Post – riporta Ansa – non è stato censurato per i suoi contenuti, che parlano proprio di libertà di stampa, ma per una presunta donazione effettuata dal regista allo Stato di Israele nel 2006, durante la guerra contro il gruppo sciita libanese Hezbollah. Diversi commentatori libanesi hanno fatto notare che, nonostante Spielberg sia inserito nella “lista nera” delle personalità da sanzionare, numerosi suoi film sono stati proiettati in Libano e altrove senza che censura, tra cui il suo recente Le avventure di Tin Tin, mentre alcune pellicole sull’Olocausto hanno trovato spazio nei cinema libanesi senza incorrere nella censura.
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