Una donna anziana che prega davanti alla foto del figlio morto in mare decenni prima. Un quadro struggente che racchiude tutti gli elementi cruciali di The Miracle Club: la maternità, la fede e la speranza. Il nuovo film di Thaddeus O’Sullivan, in arrivo nelle sale italiane dal 4 gennaio distribuito da Europictures, è una commedia al femminile delicata e toccante, a tratti lacrimevole ma che si eleva grazie a un cast a dir poco straordinario. Un gruppo di attrici che solo a enumerare le candidature e le statuette vinte nelle loro carriere ci si confonderebbe. Le due vincitrici dell’Oscar Maggie Smith e Kathy Bates e la candidata all’Oscar Laura Linney, insieme alla giovane Agnes O’Casey, sono la colonna portante di un film che si fonda principalmente sulle loro interpretazioni per raggiungere il cuore e la pancia degli spettatori.
Ambientato nella cittadina marittima irlandese di Ballygar, sul finire degli anni ’60, The Miracle Club racconta di tre donne – o meglio tre madri – di generazioni diverse Lily (Maggie Smith), Eileen (Kathy Bates) e Dolly (Agnes O’Casey) che per motivi diversi vogliono a tutti i costi visitare Lourdes. La loro occasione di riuscirci arriva, però, proprio pochi giorni dopo la morte della loro amica Maureen che costringerà a tornare in città la figlia Chrissie (Laura Linney), fuggita da 40 anni a Boston, con la quale Lily ed Eileen hanno un conto in sospeso. Quando Laura deciderà di unirsi al viaggio, spinta dal prete locale, le quattro donne avranno l’occasione di scendere a patti con gli errori del passato, perdonare e perdonarsi.
Il rapporto centrale del film è quello tra Lily e Chrissie. Da una parte, una madre che si è vista strappare un figlio troppo presto, una sorta di Madonna incapace di trovare pace davanti al corpo crocifisso del Cristo. Dall’altra, c’è una donna ferita, che torna a casa dopo un esilio quarantennale (anche qui il riferimento biblico è evidente), durante il quale ha trovato la pace, un angelo caduto che, giunto da lontano, offre riconciliazione e speranza dopo decenni di sofferenza. E a Lourdes, in effetti, “c’è tutto il dolore del mondo”. Un luogo in cui si va in cerca di miracoli e si torna con la forza di andare avanti, anche in loro assenza.
Ai margini di questa narrazione femminile che ruota attorno al ruolo della maternità, in tutte le sue fasi, ci sono gli uomini, ritratti come goffi, incapaci, terrorizzati dalla paura di restare soli. Figli aggiunti più che compagni di vita, che impareranno dalla mancanza delle loro mogli più che dalla loro quotidiana presenza. L’unico che si salva da questo ritratto buffo e impietoso è il prete interpretato da Mark O’Halloran, un mentore saggio e comprensivo, non a caso l’unico che nella sua vita non si è mai affidato alle cure di una donna.
The Miracle Club è una commedia che regala momenti – non frequentissimi – di un divertimento mai troppo spensierato. Seppure con un’impostazione narrativa prevedibile e priva di guizzi particolari, ci porta alla conoscenza di personaggi ben costruiti e rafforzati da alcune interpretazioni clamorose, su tutte quella della 89enne Maggie Smith, capace di sfruttare la sua senilità per dare peso e corpo (letteralmente) alla sua indimenticabile Lily. Se volete un film che vi faccia stare leggeri sulla poltrona, riuscendo al tempo stesso a commuovervi al pensiero di vostra madre, vostra nonna o dei vostri figli, The Miracle Club è proprio quello che state cercando.
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