The Jackal: esordio fanta-comedy con Gigi D’Alessio

Famosi per le loro web serie, The Jackal approdano sul grande schermo con Addio fottuti musi verdi, presentato ad Alice nella città e in sala il 9 novembre.


ROMA. Diventati famosi con il successo delle web serie, la fantascientifica Lost in Google, Gli effetti di Gomorra sulla gente, parodia della famosa serie tv di Sky, The Jackal, collettivo di videomaker, approdano sul grande schermo. Addio fottuti musi verdi, presentato tra gli Eventi speciali di Alice nella città, è una fanta-comedy ironica e surreale con tanto di effetti speciali che si svolge tra Napoli e lo spazio.
Prodotto da Cattleya e The Jackal con Rai Cinema, il film in sala il 9 novembre in 250 copie con 01 Distribution, è costato circa di 2 milioni e 400mila euro, cifra ragguardevole per un’opera prima.

Cuore di Addio fottuti musi verdi è la mancanza di lavoro, la precarietà, la fuga all’estero, dei giovani laureati, con tanto di specializzazioni e master. Quella stessa dura realtà vissuta dai ricercatori universitari di Smetto quando voglio di Sydney Sibilia.
Ciro è un super laureato grafico pubblicitario, che dopo tanti umilianti colloqui, sopravvive grazie al lavoro in una friggitoria cinese. Nella stessa palude ci sono l’amico Fabio, appassionato di fantascienza e videomaker di matrimoni, e la fidanzata Matilda, prossima a cercar fortuna a Londra. Quando Ciro decide di partecipare a un concorso e invia il suo curriculum agli alieni. Improvvisamente gli viene offerto un contratto a tempo indeterminato, purché abbandoni Napoli e la Terra.  Diventare adulto con un lavoro stabile o rimanere nel nido affettivo della sua città? Ciro sceglie l’avventura nello spazio.

Il film è diretto da Francesco Ebbasta, nome d’arte di Francesco Capaldo membro dei The Jackal, Nel cast Ciro Priello, Simone Ruzzo e Fabio Balsamo (The Jackal) insieme a Beatrice Arnera, Roberto Zibetti, Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino (volti di Gomorra La serie)

Perché questo passaggio al lungometraggio?
Priello. Abituati ai temi brevi delle serie web, abbiamo sentito l’esigenza di raccontare una storia che aveva i tempi del film, senza tradire la nostra creatività, quello che da sempre esprimiamo. Ogni contenuto ha bisogno del contenitore più adatto.

La difficoltà maggiore incontrata in questo passaggio?
Ebbasta.
Trovare il giusto ritmo, che nel web è più facile da ottenere dati i tempi brevi. Nel film, per la sua durata lunga, è importante la struttura, perciò le idee comiche e visive vanno organizzate.

Raccontate il precariato giovanile.
Ebbasta. Soprattutto quello che esiste nel settore della comunicazione e dove incontri tante difficoltà se vuoi raccontare delle tue storie. Noi ci siamo riusciti con la società nata 10 anni fa, evitando di narrare la Napoli tradizionale.

Quale è il messaggio che alla fine comunicate con il film ai tanti giovani precari e senza lavoro?

Priello. Avere un’idea di quello che si vuole fare nella vita, al di là se si sceglie di partire per l’estero o rimanere nella proprio paese, non importa se sulla Terra o nello spazio. L’importante è fare quello in cui credi, quello che ti piace davvero. Noi ci siamo riusciti.

Ebbasta. Partire o rimanere? L’importante è realizzare te stesso. La risposta sta nel mezzo.

Come è stata la scrittura?
Priello.
Oltre che maniacali del ritmo, lo siamo della scrittura. Sono state necessarie 20/25 stesure di sceneggiatura. L’abbiamo però girato con tempi di riprese lampo: sette settimane.

Il film ha un ritmo incalzante, non deve essere stato semplice per gli attori.
Ebbasta.
Ho chiesto loro una preparazione quasi teatrale. Del resto il film, che già partiva da scene complicate per gli effetti speciali, è costruito su un intreccio costante di dialoghi e battute.

Come avete coinvolto Gigi D’Alessio?
Priello.
Lo abbiamo incontrato la prima volta a casa sua e subito ci ha accolto con ‘Voi siete quelli che mi hanno sfottuto nel corto 30 anni, assettatteve!”. Gli abbiamo raccontato la storia e il suo ruolo, poi c’è stato un silenzio che sembrava un’eternità e alla fine ha accettato. Ha dimostrato sul set tanta autoironia, un grande professionista.

Quale blockbuster di fantascienza avete amato?
Ebbasta. 
Indipendence Day, l’originale non il sequel, che è anche il primo film che noi The Jackal vedemmo tutti insieme  da bambini in sala, il mercoledì quando il biglietto costava meno. Tante comunque le citazioni nel nostro film: da Guerre stellari a War Machine, a Il quinto elemento.

I registi che preferite?
Ebbasta.
Abbiamo una grande passione per Massimo Troisi che incarna la fragilità e la spontaneità del napoletano; amiamo le commedie di Edgard Wright che prendono in giro e mescolano i generi cinematografici.

E i comici?
Ebbasta. 
Simon Peg, Jim Carrey. Ci piace una comicità fisica fatta di silenzi ed espressioni, che deriva dal montaggio delle battute.

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