“The Box”, i misteriosi anni ’70 di Richard Kelly


“Al centro di The Box c’è un dilemma morale”, racconta lo sceneggiatore e regista del film Richard Kelly. “Cosa fareste se vi venisse offerta la possibilità di diventare immensamente ricchi ma al prezzo di una vita umana, della vita di qualcuno che voi non conoscete?”
Lui, Kelly, è quello che anni fa stupì il mondo del cinema con il fenomeno Donnie Darko, partito in sordina e poi diventato un autentico cult fanta-indie.

Oggi come allora, dopo la non proprio riuscita parentesi di Southland Tales, il regista propone una trama fitta di misteri. Ce n’è un po’ per tutti i gusti: la CIA, gli alieni, portali d’acqua interdimensionali, possessioni cerebrali, una donna senza le dita di un piede (la protagonista Cameron Diaz), uno straniero con il volto orribilmente sfigurato (il tenebroso veterano Frank Langella, davvero in parte) e la “scatola” del titolo, che ha il potere di uccidere qualcuno a distanza in cambio di fortuna e gloria per chi preme il fatidico pulsante rosso. Sembra di essere in un episodio di Ai confini della realtà e in un certo senso ci siamo, perché il racconto a cui il film è ispirato, Button, Button del maestro Richard Matheson, è stato a sua volta la base per uno storico episodio della suddetta serie, da noi intitolato La pulsantiera. Lì il gioco si fermava presto: la protagonista premeva il tasto e il suo interlocutore le garantiva che la persona morta in quell’istante era qualcuno che lei non conosceva. Dopodiché aggiungeva, con sommo orrore della donna, che la scatola sarebbe stata riprogrammata e consegnata a qualcuno che lei non conosceva. In sostanza, la prossima vittima era lei. Matheson non ne restò contento, per il suo racconto aveva immaginato un finale diverso: moriva il marito della protagonista e alla donna sconcertata lo straniero rispondeva: “Davvero pensavi di conoscere tuo marito?”. Il film di Kelly si muove attorno a entrambe le possibilità di finale per i primi 40′, ma poi prosegue per la sua strada scegliendo una “terza via” che lo porta su sentieri mistici e dal flavour lynchiano. La conclusione, rispetto ai precedenti lavori del regista, solitamente tendenti ad accumulare questioni senza svelare nulla, scioglie qualche nodo in più, lasciando comunque parecchi punti in sospeso.

A Kelly piace esplorare il passato. Se lo scenario per Donnie Darko, uscito a inizio 2000, era un 1988 da incubo, The Box si ambienta a Richmond, in Virginia, nel 1976, con una parte consistente della storia che si svolge nel centro NASA di Langley, dove lavora il protagonista maschile Arthur (James Marsden). “Inserire la nostra storia in questo contesto – prosegue Kelly – suggerisce l’idea che potrebbero esserci forze misteriose dietro il test condotto sulla moralità dei Lewis”.

Molto lavoro, in questo senso, è stato fatto sul look della pellicola dal direttore della fotografia Steven Poster, che dichiara: “Negli anni ’70 usavamo un certo tipo di filtri e di diffusori sulle lenti. Anche le luci erano diverse per forza e morbidezza e così gli strumenti che venivano usati per ottenerla. Oggi uso la tecnologia digitale per catturare le immagini e poi, in post-produzione, per incorporarvi alcune delle cose che facevamo allora e ottenere il look desiderato nell’ultima fase.”

Il film uscirà il 21 luglio per Lucky Red.

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05 Luglio 2010

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