Terry Gilliam: incubo napoletano

“A Napoli scopri l’umanità. Girarla in macchina è come entrare in un vulcano, tramite la gente del posto capisci come puoi godere del cibo, della bellezza, ma anche dell’impossibilità dell’esistenza”.

Così Terry Gilliam racconta la sua esperienza partenopea, che ha vissuto per realizzare il cortometraggio The Wholly Family con Cristiana Capotondi, Douglas Dean, Sergio Solli e il piccolo esordiente Nicolas Connoly che, presente in sala col regista all’anteprima, esprime tutto il suo entusiasmo nel vedersi sullo schermo per la prima volta: “Wow! E’ divertente!”

Napoli è simboleggiata nel film da uno dei personaggi che più la rappresentano: Pulcinella, in grado di portare entusiasmo, ma anche magia e pericolo, in linea con le sue origini storiche, che lo vogliono demone scaturito dalla terra. Il corto è prodotto da Pastificio Garofalo, alla sua seconda prova cinematografica dopo Armandino e il MADRE di Valeria Golino. Gilliam, pure lui un entusiasta di natura come il suo Pulcinella, ha accettato con gioia, mettendo per l’ennesiamo volta da parte il progetto sul Don Chisciotte, film “maledetto” che non è mai riuscito a realizzare, tranne qualche scena con il grande Johnny Depp, che si vede nel bellissimo documentario Lost in La Mancha. “Per ora non ci sono i soldi”, dice semplicemente il regista.

Chissà che The Wholly Family, con il suo percorso particolare, non gli dia un’ispirazione per risparmiare se non altro in fase di distribuzione. Il cortometraggio, dopo un’anteprima web sulla piattaforma MYmovies Live!,  partirà alla conquista delle  sale cinematografiche di Roma (Quattro Fontane e Greenwich), Milano (Eliseo), Napoli (Filangeri, American hall), Torino (Cinema Massimo) e Firenze (Cinema Fiorella). Infine dal 30 maggio andrà in onda nel prime time su Sky Cinema HitsHd in una serata dedicata a Gilliam, e dal 13 giugno su Fox Cult. Da segnalare la colonna sonora di Daniele Sepe che, dice il regista, “rende perfettamente l’idea del pericolo”.

Già, perché il talento visionario di Gilliam, come spesso accade, lascia spazio anche a un po’ di thrilling e horror. Nel corto vediamo una famiglia borghese farsi strada fra le bancarelle nel caotico centro di Napoli. I genitori bisticciano, il bimbo che è con loro si ferma invece ad osservare statuine, immagini sacre, presepi. Ma ad attrarlo di più è proprio Pulcinella. La mamma però, una severissima Cristiana Capotondi, lo allontana dall’oggetto del desiderio. “Sono la tipica mamma italiana che non vuole esporre il bambino ai pericoli. Il mio personaggio è una donna del nord, diversa dalle mamme del sud, preoccupata di quello che la circonda. Il racconto fa pensare ai pericoli di Napoli ma alla fine i suoi elementi simbolici, e Pulcinella è il principale, restituiscono alla famiglia la serenità”, dice.

Ma il bimbo ha rubato la figurina di Pulcinella, e questo lo porta per magia in un mondo alternativo, che rappresenta il suo senso di colpa. E’ un piccolo incubo: i Pulcinella qui mangiano i bambini, e anche i loro genitori, e le donne partoriscono i figli in grosse uova grottesche. Sei giorni di riprese, che comprendono anche i rifiuti in Piazza dell’Immacolata. “Volevo rappresentare la Napoli del pattume – dici Gilliam – ma il giorno delle riprese, guarda caso, la piazza era pulita. I cassonetti li abbiamo svuotati noi, perché Napoli è anche questo. Comunico alla gente che il mondo può fare paura e bisogna accettarlo. Non sono rassicurante come Sipielberg, che da genio qual’è, ha successo proprio perché limita il mondo. Io sono meno genio e il mondo lo espando. Quando faccio un film -conclude – mi comporto come un pittore, quindi tutti gli elementi del quadro devono avere la stessa importanza”.