Scavalcare le montagne dell’indifferenza e raccontare al mondo che la Resistenza in Italia, durante il nazifascismo, è nata nelle campagne in provincia di Caserta. È questo l’obiettivo di Terra bruciata!, film documentario di Luca Gianfrancesco che – alternando testimonianze dei sopravvissuti a immagini di repertorio, racconti degli storici e ricostruzioni in chiave fiction – fa luce su una parte del passato italiano ignorata da molti. Si tratta dell’escalation della rappresaglia nazista a seguito all’armistizio, proclamato da Pietro Badoglio l’8 settembre del 1943, che montò fino a sfociare in atti efferati da parte dei nazisti contro le popolazioni di piccoli centri come Cave di Conca della Campania, Tora, Piccilli, Riardo. Addirittura le condizioni di vita dei sopravvissuti di uno di questi paesi, San Pietro Infine, erano talmente scioccanti da diventare soggetto per un documentario fatto girare dall’esercito americano a John Huston.
Non a caso il sottotitolo di Terra bruciata! è Il laboratorio italiano della ferocia nazista. Una ferocia che non portò solo distruzione, ma anche una dolorosa consapevolezza che indusse gli abitanti del basso Lazio e della provincia di Caserta a ribellarsi come potevano. Al centro del film, prodotto da Mediacontents production con il contributo di ITABC CNR, c’è l’eccidio di 19 civili a opera di una pattuglia di militari tedeschi (ma furono 752 i morti totali e 21mila i deportati). A Conca della Campania è il 1º novembre 1943 e la piccola Graziella Di Gasparro non vedrà più suo padre che è tra quegli uomini trucidati mentre lei e la madre hanno lasciato il paese per rifugiarsi nel bosco. Il dolore per la perdita così tragica del genitore segnerà tutta la sua esistenza fino a diventare uno scopo di vita.
E proprio grazie alla caparbietà dell’ormai signora Di Gasparro che Terra bruciata! esiste. La sua testimonianza toccante e lucidissima è infatti centrale tra quelle scelte e raccolte dal regista Gianfrancesco che quando scopre queste storie decide di dar loro l’attenzione che meritano. “Terra bruciata! prende il nome dall’operazione di distruzione delle infrastrutture prevista con la ritirata delle truppe tedesche e nasce dall’incontro, 5 anni fa, con lo storico Giuseppe Angelone che mi raccontò il lavoro di ricerca fatto sulle stragi naziste nella provincia di Caserta – spiega l’autore presentando il film – Un passato della mia terra di cui io per primo non ero a conoscenza. Del periodo a cavallo tra il 1943 e il 1945 tutti ricordano il bombardamento di Cassino, ma ora che le ricerche hanno svelato che la Resistenza in Italia non parte dal centro nord, ma da azioni nient’affatto episodiche della campagna casertana, era giusto raccontare chi c’era dietro a queste azioni, aggiornando il quadro storico. E bisognava farlo al più presto, prima che il tempo ci privasse delle voci di alcuni testimoni oculari”.
Un compito, quasi da servizio pubblico, svolto in parte con il contributo degli studiosi, da Carlo Gentile a Gabriella Gribaudi, a Giovanni Cerchia; le voci dei sopravvissuti capeggiati dalla Di Gasparro, e dagli attori Paola Lavini, Mino Sferra e Lucianna De Falco, tra gli altri. A 75 anni dall’8 settembre 1943 Terra bruciata! riesce nell’intento di ridare dignità alla memoria di molti battutisi contro i nazisti e finora dimenticati, ma è anche un monito per chi pensa che il passato sia ormai passato e vorrebbe lasciare nell’oblio fatti che per leggerezza o convinzioni non fa piacere ricordare. Distribuito da Istituto Luce Cinecittà, il film avrà un’anteprima a Roma, il 19 aprile al Cinema Farnese, alla presenza dell’ambasciatrice tedesca Susanne Wassum-Rainer, e poi sarà nei cinema dal 23 aprile dapprima a Roma e in Campania, e poi nei giorni a ridosso della Festa della Liberazione a Firenze, Bologna e Milano.
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