Teresa De Sio


CrajIl Gargano dei Cantori di Carpino, la provincia di Foggia di Matteo Salvatore, il Salento di Uccio Aloisi. Teresa De Sio e Giovanni Lindo Ferretti viaggiano sempre più a Sud alla scoperta di una musica terapeutica. Lui è il principe Floridippo, a rischio asfissia nella cultura morta di una biblioteca immaginaria, lei, corona di fiori coloratissimi sui capelli al vento, è Bimbascione, figura a metà tra Sancho Panza e Pulcinella, incarnazione della saggezza popolare. Di tappa in tappa incontrano straordinari musicisti ottantenni, figli della cultura orale premoderna e capaci di tramandarla con musica e parole apprese in giovinezza dagli anziani, nelle campagne e nelle feste di paese.

 

Craj (domani in dialetto pugliese) è una sorpresa delle Giornate degli Autori prodotta da Gianluca Arcopinto. La regia è di Davide Marengo, regista 32enne con una bella storia da raccontare: “mio padre era produttore della Nuova Compagnia di Canto Popolare e di Musica Nova. Da piccolo mi addormentavo sotto i palcoscenici al suono delle tammorre, avevo 3 anni quando ho conosciuto Teresa De Sio. Ho letto sul giornale della tourné dello spettacolo Craj e mi è sembrato naturale farne un film sulla memoria e le radici”. Vitale, gioioso, coloratissimo, Craj è attraversato da una nota di malinconia: la morte di Matteo Salvatore, cantastorie di fame e povertà, scomparso a fine agosto. Ne parla la vulcanica De Sio che stasera al Blue Moon del Lido darà vita ad una grande festa-concerto. Per accreditati e non.

“Craj” è dedicato a Matteo Salvatore. Come lo ricordi?
“Zio” Matteo ha cambiato indirizzo, si è trasferito su un altro pianeta. Mi auguro che lì trovi un ambiente meno mercantile, avido e crudele e orecchie migliori delle nostre. Veniva da una famiglia poverissima, la sua carriera è cominciata grazie a De Sanctis e De Laurentiis: a fine anni cinquanta lo sentirono cantare in un ristorante e gli chiesero di lavorare al film Uomini e lupi. Domenico Modugno e Claudio Villa l’hanno portato in tour in tutto il mondo. Poi il flusso positivo della sua carriera si è interrotto. 2 anni fa quando sono andata a trovarlo per parlargli del progetto Craj mi ha detto: Se facciamo questo spettacolo vivrò più a lungo. Ne sono orgogliosa.

Sulla stampa ricorre la definizione di Buena Vista pugliese. Che ne pensi?
Chiamatelo come vi pare! Ma questo film è più complesso di Buena Vista: è girato in 3 formati digitale, pellicola, super 8, la parte documentaria si intreccia a quella drammatuca scritta da me e Giovanni Lindo Ferretti che lega le apparizioni dei meravigliosi protagonisti. Poi ci sono le immagini dello spettacolo Craj concepito su 4 palcoscenici dove si muovono 36 persone ed un cavallo. Nel film c’è un senso estetico capovolto fatto di volti e immagini mai visti in tv. Il tema chiave è la dicotomia tra cultura accademica rappresentata dal personaggio di Giovanni Lindo e quella viva di Bimbascione. Il dualismo si risolve alla fine del viaggio quando Floridippo regala il suo prezioso libro di appunti. Il significato è inequivocabile: per non morire la cultura deve circolare.

Parlaci della collaborazione con Giovanni Lindo Ferretti.
E’ una persona dall’anima complessa ed eccentrica e dalla grande intensità spirituale. In lui convivono il punk e la cultura contadina della famiglia. Ho cercato di far emergere quest’ultima, vicina alla mia e a quella dei musicisti pugliesi.

Come promuoverete il film?
Il 15 settembre ci sarà l’anteprima all’Auditorium di Roma. Nelle sale dovrebbe arrivare a fine mese con una distribuzione particolare che metterà insieme film ed eventi musicali.

autore
09 Settembre 2005

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