Un caso di stupro e una lunga battaglia per ottenere giustizia. È di violenza sulle donne e del difficile percorso fisico e psicologico che devono intraprendere le vittime che si parla in Una vita violata, ultimo film indipendente di Riccardo Sesani, in uscita venerdì 26 aprile al Fimstudio di Roma. Il regista riminese che tra gli anni ’80 e ’90 ha esplorato i diversi generi cinematografici, dal poliziesco alla commedia, anche erotica, fino al thriller giudiziario, ritorna sul grande schermo con un lungometraggio giallo che, attingendo dalla cronaca, tenta di indagare la questione della violenza maschile. E lo fa attraverso un’impietosa analisi della società ancora impregnata di pregiudizi, di maschilismo e per questo silenziosa complice dei numerosi abusi compiuti contro le donne.
Intorno allo stesso tema ruotavano le vicende del precedente Un caso d’amore, che Sesani ha realizzato nel 1996 a partire dall’omonimo romanzo di Roberto Sapio.
Anche qui a pagare con la vita era una giovane donna, vittima del potere e di una società incapace di difenderla.
Protagonisti di Una vita violata sono invece un’aspirante attrice, June Mancinelli (June Ichikawa, volto noto della fiction televisiva) e un magistrato, Marco Bracci (Marco di Stefano), deciso ad andare fino in fondo nella scoperta della verità. Il caso di June fa però precipitare Bracci in un incubo che ha le sue radici in un antico passato e che riporta a galla un altro omicidio violento, quello della moglie, morta alcuni anni prima in una situazione simile.
“Anche questo film ha preso forma grazie a Roberto Sapio – spiega Sesani – che anni fa mi raccontò un fatto di cronaca che mi colpì molto e che ho trasferito nel mondo che conosco meglio, quello del cinema. La decisione di affrontare questo tema però è nata dall’esigenza di parlare di qualcosa che ho vissuto da vicino attraverso mia moglie – che oggi non c’è più e a cui dedico questo lavoro – che da giovanissima è stata vittima di questo tipo di violenza”.
Sesani sottolinea inoltre il difficoltoso iter che ha dovuto subire la pellicola, completamente autoprodotta, ma che ha ottenuto il patrocinio del Telefono Rosa: “Questo film non me lo voleva produrre nessuno, così dopo tanti tentativi andati a vuoto, ho deciso di impegnarmi personalmente. Avevo anche richiesto al MiBAC il sostegno come opera di interesse culturale, senza purtroppo ottenerlo. Non facile è stata anche la ricerca della distribuzione, ma alla fine ho trovato la Mediterranea Productions, grazie alla quale finalmente questo film potrà avere una sua circolazione in sala”.
Dopo l’uscita al Filmstudio e alcuni passaggi all’Isola Tiberina, alla Casa del Cinema, alla Cineteca di Rimini, al Foggia Film Festival, Una vita violata attende di essere proiettato all’Ischia Film Festival, mentre Sesani sta già lavorando al prossimo lungometraggio: Federico degli spiriti, incentrato su Federico Fellini.
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