Taviani jr. trentenni a confronto


Ultimo bacioRiconoscersi o non riconoscersi negli ormai famosi trentenni di Muccino. Il dibattito imperversò, anche in internet, all’uscita dall’Ultimo bacio. Per molti quel film era la perfetta fotografia di un’intera generazione, disillusa e consumista anche nei sentimenti. Per qualcuno, però, i conti non tornavano. Tra questi Giovanna Taviani, figlia di Vittorio e giovane studiosa di letteratura che al Torino Film Festival ha portato I nostri trent’anni-Generazioni a confronto, un documentario che ripercorre un cospicuo pezzo di storia d’Italia dal boom ad oggi. Padri e figli, padri rincorsi o rifiutati, figli autoironici o degeneri, in cinque capitoli: il miracolo economico (il cinismo di Monicelli e Risi), il Sessantotto (la ribellione di Bellocchio, Bertolucci, i Taviani), il dopo Moro (l’ansia di Nanni Moretti), la crisi delle ideologie e la caduta del Muro (le fughe di Virzì e Salvatores). La parola sull’ultima generazione, che sembra riscoprire faticosamente il senso dell’impegno, è affidata all’affresco di Marco Tullio Giordana La meglio gioventù, ma soprattutto a una tavolata sulle rive del “Biondo Tevere” che mette a confronto i “novissimi” Mereu, Marra, Vicari, Sorrentino e Porporati con qualche autoesclusione (troppo timidi Torre, Garrone e Piva non hanno accettato l’invito). “Siamo cresciuti negli anni ’80, gli anni del vuoto”, sintetizza l’autore di L’uomo in più, ma Vicari lo contraddice: “Qualcosa sta cambiando, non ci si vergogna più a parlare di etica”. Altamente simbolico il luogo che Giovanna Taviani ha scelto come sfondo, il ristorante che ospitò una scena di Bellissima ma soprattutto l’ultima cena di Pier Paolo Pasolini prima del tragico epilogo all’Idroscalo.
Prodotto dalla Nuvola Film e dalla Palumbo Editore, il film ha un ricchissimo corredo di costose immagini di repertorio, dai funerali di Togliatti a Valle Giulia a Via Caetani, ma concentra le citazioni ai film e agli autori più rappresentativi, secondo l’autrice, del confronto padri-figli. Il sorpasso, I soliti ignoti, I pugni in tasca, Sovversivi, Prima della rivoluzione, Allonsanfan, Io sono un autarchico, Ecce bombo, Mediterraneo, Ferie d’agosto… fino a Guerra di Pippo Delbono. Ultima parola inevitabilmente allo splendido quarantenne Moretti in puro stile goliardico. “Nel cinema italiano ci sono stati troppi soldi per tutti, alla fine resteranno solo i soldi per Totti”. Trentenni forever?

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09 Febbraio 2005

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