Cominciano lunedì 28 gennaio a Napoli le riprese di Take Five di Guido Lombardi, prodotto da Gianluca Curti per Minerva Pictures Group, Gaetano Di Vaio per Figli del Bronx e Dario Formisano per Eskimo, con Rai Cinema.
Take Five racconta la rocambolesca rapina messa in atto da cinque uomini che hanno poco e niente in comune.
Gaetano (Gaetano Di Vaio) è un rapinatore che ha scontato diversi anni di carcere. Ora fa il ricettatore. Peppe (Peppe Lanzetta) detto lo Sciomen è una leggenda del quartiere, un rapinatore che è appena uscito dal carcere dove ha scontato 10 anni. E’ depresso. Ruocco (Salvatore Ruocco) è un pugile che è stato costretto agli incontri clandestini dopo aver spaccato una sedia in testa ad un arbitro corrotto.
Striano (Salvatore Striano) è un rapinatore, una specie di piccolo boss in ascesa dei Quartieri Spagnoli. Carmine (Carmine Paternoster) è un semplice operaio del comune di Napoli, addetto alle fogne che conosce a menadito. Ha il vizio del gioco. E una mattina si ritrova nel caveau del Banco di Napoli a causa di una perdita alla rete fognaria. E gli viene un’idea…
La fragile alleanza che li unisce fino al momento della rapina entra in crisi quando Gaetano, quello che ha riunito la banda, scompare assieme al bottino milionario. Nell’incertezza di quello che è realmente accaduto, e nella speranza che Gaetano ricompaia, i quattro banditi rimasti attendono nella loro tana. Il tempo passa, mettendo a dura prova i loro nervi. Si creano incomprensioni, alleanze e compare anche una minaccia che non avevano previsto: il boss Jannone vuole la sua parte su un bottino che ancora non hanno in mano…
Per il regista Guido Lombardi, Take Five è “la storia di 5 ‘irregolari’ che hanno un sogno comune, quello di arricchirsi. Per qualcuno è una forma di riscatto, per un altro un modo di sfuggire ai propri fantasmi, per tutti l’unica cosa per la quale valga la pena di vivere. Sono i soldi a dare peso e qualità alle loro esistenze. Senza soldi sanno di non essere nessuno. E li cercano ossessivamente, pur destinati a fallire. Perché messi sotto pressione, chiusi in una stanza per ore, viene fuori il loro vero carattere, la loro forza o vulnerabilità, ma soprattutto la loro solitudine. E nessuno si fida dell’altro.
Take Five – continua Lombardi – fa consapevolmente ricorso agli archetipi del film di genere, ma prova a raccontare, a suo modo, il nostro tempo. Un tempo, una società, dove le persone sono sempre più sole, depresse. Dove i soldi, il successo, la fama rappresentano l’unica forma di riscatto da un anonimato percepito sempre di più come insopportabile. I miei cinque protagonisti cercano una via di fuga insieme, ma non la troveranno. C’è sempre qualcuno più prepotente pronto a toglierti tutto”.
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