“Può essere un’impresa ardua realizzare un film sulla libertà di stampa in un paese come l’Italia! Ma nonostante tutto e tutti, ci sono riuscito!”.
A parlare è il regista di Sweet Democracy, Michele Diomà, 33 anni, napoletano ma cittadino di Roma, con all’attivo un documentario con il padre del cinema d’impegno civile Francesco Rosi, Born in the U.S.E., scelto lo scorso anno da Rai Cinema Channel per celebrare i 120 anni della nascita del cinema. Ora Diomà si cimenta nel suo primo film di fiction con un cast di grande prestigio, a cominciare dall’attore premio Nobel Dario Fo, oltre a Renato Scarpa, che ricordiamo ne Il Postino accanto a Massimo Troisi.
Così dichiara il regista: “La struttura produttiva del cinema italiano trovo che sia completamente ingessata. Quando ho deciso di fare un film sul tema della censura, sapevo che mi sarei dovuto rivolgere a un produttore più attivo all’estero che in Italia, anche perché il cinema come gran parte della stampa, nel nostro Bel Paese è lottizzato dalla politica, pertanto non libero. Ho trovato un valido partner produttivo in Donald Ranvaud, producer più volte candidato agli Oscar, che mi ha dato e mi sta dando il suo appoggio per portare avanti Sweet Democracy“.
“Avere nel cast Fo, unico attore che abbia mai vinto un premio Nobel, è stato un sogno che ho coltivato sin dalla prima stesura del progetto, anche perché si tratta di un artista che ha subito innumerevoli censure insieme alla moglie Franca Rame – prosegue Diomà – Spero con questo progetto di contribuire a far scalare un po’ di posizioni all’Italia nella classifica che la vede attualmente al settantasettesimo posto per libertà di stampa. Tuttavia non posso non ricordare che questo film è completamente auto-prodotto, nel senso che non è stato utilizzato un euro di denaro pubblico per realizzarlo”.
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