Storia di Fahim. Genio degli scacchi e piccolo clandestino

Nel film Gérard Depardieu ha il ruolo di un burbero allenatore


Costretto a fuggire dal Bangladesh, dove lascia la sua famiglia, il giovane Fahim raggiunge Parigi insieme a suo padre. Fin dal loro arrivo, intraprendono un impervio percorso per riuscire a ottenere asilo politico, sotto la costante minaccia di essere espulsi dal Paese. Grazie alla sua straordinaria abilità nel giocare a scacchi, Fahim incontra Sylvain, uno dei più bravi allenatori di Francia. In un’altalena di diffidenza e attrazione, i due impareranno a conoscersi e a stringere una profonda amicizia. Ma quando inizia il Campionato Nazionale, il rischio di espulsione si fa incalzante e a Fahim resta una sola possibilità: diventare il Campione di Francia.

E’ una storia vera ed emozionante, perfetta per scaldare il cuore nel periodo prefestivo, quella alla base di Qualcosa di meraviglioso, il film di Pierre François Martin-Laval, in uscita per Bim il 5 dicembre. In originale il film si chiama semplicemente Fahim, ed è l’adattamento del libro autobiografico scritto da Fahim Mohammad, coadiuvato da Sophie Le Callennes e Xavier Parmentier, pubblicato nel 2014. In Italia è pubblicato con il titolo ‘Il re clandestino’ da Bompiani.

Il regista ha lavorato anche alla sceneggiatura, traendo spunto dal libro ma anche da interviste realizzate alle persone direttamente coinvolte nei fatti. Nel ruolo di Fahim l’esordiente totale Assad Ahmed, che si è dovuto allenare come un vero atleta per essere credibile come abile giocatore di scacchi. Dopo una settimana di corsi il suo istruttore l’ha portato col resto della classe a partecipare a un torneo, proprio come accade nel film, ed è riuscito a vincere la partita. Per Martin-Laval, di solito abituato alla commedia, come attore e autore, sono toni insoliti. Merita naturalmente la menzione speciale Gérard Depardieu, che interpreta il maestro burbero di Fahim, scelto per le sue indubbie qualità attoriali ma anche per l’estrema somiglianza fisica con il vero istruttore di Fahim, Xavier Parmentier.

Nel 2015, quando venne presentato il libro, Parmentier nell’annunciare che ci sarebbe stato un film disse: “Speriamo succeda come con il film Welcome Philippe Lioret grazie al quale non è più reato, in Francia, accogliere le persone senza documenti. La storia di Fahim rappresenta tutto quello che gli immigrati hanno subito in Francia. E poi può fare sognare: c’è un bambino aggrappato alla vita e c’è il lieto fine”.

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25 Novembre 2019

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